Appalti della sanità, ora cambia il giudice e la decisione slitta 

La Corte d’Appello dell’Aquila accoglie l’istanza di ricusazione «Magistrato incompatibile: ha già deciso sui patteggiamenti»

PESCARA. La prima tranche del procedimento a carico dell’imprenditore della sanità, Vincenzo Marinelli, attualmente davanti al gup Giovanni de Rensis, non potrà più essere trattata dallo stesso giudice. Lo ha deciso la Corte d’Appello dell’Aquila che ha accolto la richiesta di ricusazione avanzata dall’avvocato Augusto La Morgia, difensore di Marinelli, cui si sono associati anche altri difensori degli imputati. Il problema era stato sollevato in quanto il gup, nella precedente udienza, aveva accolto le richieste di patteggiamento di quattro imputati (fra cui la funzionaria Asl Tiziana Petrella) e deciso di proseguire con il giudizio ordinario per tutti gli altri nelle udienze a seguire. Un passaggio che, per l’avvocato La Morgia, rendeva incompatibile la figura di quello stesso giudice con le posizioni degli altri imputati. Valutare la posizione del corrotto (nel caso specifico Petrella) prima di esaminare quella del corruttore (Marinelli) non è ammissibile. E i giudici aquilani lo spiegano nel dettaglio: «Nel caso del patteggiamento il giudice è chiamato a valutare la eventuale sussistenza delle condizioni per un immediato proscioglimento nel merito ai sensi dell’articolo 129 cpp, che ritiene non ravvisabili in caso di pronuncia della sentenza. Orbene, quale che sia la valutazione di merito e la sua portata, inevitabilmente essa tocca un fondamentale aspetto del giudizio, ovvero quello della responsabilità penale in tal modo anticipato e, quindi, con effetto pregiudicante». E questo perché la mancanza di presupposti per il proscioglimento del corrotto «è certamente apprezzamento di merito» che porta a ritenere che allo stato vi è un quadro probatorio che esclude si possa affermare che il fatto non sussiste o con altre formule. «È evidente che per l’imputato non coinvolto nel patteggiamento ricorre il pregiudizio per quanto attiene la decisione del gup circa il suo possibile rinvio a giudizio». E i giudici aquilani (Manfredi presidente, De Aloysio e Canosa) nell’accogliere la richiesta di ricusazione, aggiungono: «È evidente che la valutazione di insussistenza di ragioni di proscioglimento per il corrotto, operata a norma del patteggiamento, rischia di influire su quella della ragionevole previsione di condanna che il gup è chiamato a compiere all’esito dell’udienza preliminare».
Insomma, tutto questo poteva essere evitato se il giudice avesse incardinato i patteggiamenti e li avesse decisi nella stessa udienza con la quale era chiamato a decidere sul rinvio a giudizio o meno degli altri imputati, senza anticipare la formalizzazione dei patteggiamenti. Ora i tempi sono destinati ad allungarsi per la decisione di questo procedimento dove sono rimaste 21 posizioni sospese (dopo i patteggiamenti di Tiziana Petrella, Fabio Tonelli, Romina Jacoponi e Maurizio Di Giovanni). Il fascicolo dovrà essere assegnato ad altro giudice che dovrà studiare quella imponente mole di carte prima di essere in grado di decidere. E quindi è scontato che l’udienza già fissata al 28 maggio prossimo salterà e si andrà a una nuova data da fissare.
Nel corso della precedente udienza, peraltro, erano già state annunciate due richieste di patteggiamenti di Graziano Canonico e Pasquale Sentenza (un anno e sei mesi ciascuno la pena concordata con il pm Andrea Di Giovanni). In questa prima tranche figurano anche Lorenzo Sospiri, Antonio Verna, Paolo Zappalà, Maria Manfellotto, Leone Giansante, Donato Marinelli, Massimo Baliva, Roberto Del Castello, Anna Maria Sismondo, Alessandro Salvati, Massimo Valdes, oltre a 9 società e associazioni coinvolte come persone giuridiche. I reati contestati sono, a vario titolo, turbativa d’asta, corruzione e reati fiscali in relazione a cinque gare per un valore complessivo di 35 milioni.