Arrestati i terroristi della porta accanto

L’operazione della questura di Torino svela basi a Pescara, Montesilvano e Ari: quattro in carcere, altri due indagati

PESCARA. Sono i terroristi della porta accanto quelli coinvolti nell’inchiesta della questura di Torino sugli attentati e sui pacchi bomba ai politici che ieri è sfociata in 7 arresti: un’indagine che affonda le radici anche a Pescara, Montesilvano e in un paesino del Chietino. Persone normali che all’apparenza fanno una vita tranquilla e lavorano, ma nelle loro case progetterebbero attentati e poi li metterebbero anche in pratica. Come i coniugi di Montesilvano, Danilo Cremonese e Valentina Speziale, 39 anni lui originario di Manoppello e 38 lei, pescarese, titolari di un’impresa di pulizie chiamata Orsetto lavatore. Anche Cremonese e Speziale, una famiglia come tante con due bambini e una casa lungo la riviera, sono stati arrestati con l’accusa di appartenere a un’associazione terroristica ed eversiva, la Fai (Federazione anarchica informale).

Insieme alla coppia, sono stati arrestati anche Alfredo Cospito, 49 anni, originario di Pescara, zona della Marina nord, poi trasferito a Torino, e la sua compagna, la tatuatrice Anna Beniamino, 45 anni di Sanremo. Cospito – nella stessa inchiesta è indagata anche la sorella Claudia, 47 anni, per un episodio a Viterbo – è uno degli anarchici storici di Pescara anche se, adesso, sono in pochi a ricordarsi di lui. Se non per 4 giorni di mobilitazione, dal 25 agosto del 1991, quando all’età di 24 anni guidò un gruppo di una trentina di anarchici all’occupazione dell’Aurum per farne un centro sociale. Poi, l’intervento della polizia e dei carabinieri e, per Cospito, iniziarono i primi guai con la giustizia. Ieri, Cospito – già detenuto a Torino per l’attentato del 7 maggio 2012 a Genova all’allora amministratore delegato dell’Ansaldo Roberto Adinolfi – ha ricevuto la nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere: in base all’accusa è lui, insieme alla compagna e all’altro arrestato Nicola Gai, torinese di 39 anni, uno dei capi dell’associazione.

In tutto l’operazione conta 7 arrestati e altri 8 indagati: di questi sono 6 quelli che hanno o hanno avuto legami con l’Abruzzo. Oltre a Cremonese, Speziale, Cospito, la sorella e la compagna, c’è anche un altro insospettabile: si tratta di Stefano Gabriele Fosco, argentino di 53 anni e residente ad Ari. Fosco è indagato e, ieri, la sua abitazione è stata perquisita. Nel paese di 1.186 abitanti lo conoscono come un disoccupato che passa le sue giornate ad accudire gli anziani genitori. Che fosse un terrorista, proprio nel paese della memoria con oltre 40 monumenti per ricordare i personaggi uccisi dal terrorismo e dalla mafia, non ci avrebbe scommesso nessuno.

L’obiettivo dichiarato della Fai, secondo gli investigatori della terza sezione della Digos di Torino in collaborazione con la Digos di Pescara guidata da Leila Di Giulio, si riassume in una frase: «Distruggere Stato e capitale». L’indagine, guidata dal pm Roberto Sparagna, ripercorre oltre 10 anni di storia. Nei documenti dell’indagine si parla di 50 azioni terroristiche in 13 anni, compresa la gambizzazione di Adinolfi nel 2012 e gli ordigni sotto casa di Romano Prodi (nel 2003 presidente della Commissione europea) e i pacchi esplosivi inviati agli ex sindaci di Bologna Sergio Cofferati e di Torino Sergio Chiamparino. Sono 10, fra attentati e pacchi-bomba in tutta Italia, le azioni della Fai attribuite, a vario titolo, ai 7 arrestati. Altre iniziative «riconducibili» alla Fai non sono state attribuite formalmente agli indagati: è il caso del pacco-bomba a Prodi, del plico esplosivo sempre del 2013 al quotidiano La Stampa, dell’attentato al tribunale di Civitavecchia il 12 gennaio scorso.

Secondo l’accusa, in due occasioni, gli indagati avrebbero avuto «il preciso obiettivo di uccidere» forze dell’ordine, personale sanitario, vigili del fuoco e i cittadini eventualmente sul posto: si tratta degli attentati del 2 giugno 2006 alla Scuola Allievi Carabinieri di Fossano (Cuneo) e del 5 marzo 2007 nel quartiere Crocetta di Torino.

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