Bastione San Vitale, spunta una foto

L’ultimo pezzo della piazzaforte spagnola su uno scatto precedente alla fusione di Pescara con Castellamare Adriatico

PESCARA. Quattro casupole, quasi un’avanguardia della colata di cemento degli anni ’60 e ’70. Tanta campagna destinata a sparire. Un leggero reticolo di strade polverose. Il placido fiume attraversato da un paio di anonimi ponti e abbracciato da argini erbosi. E, all’estrema sinistra, poderoso, il bastione San Vitale, ultimo testimone della piazzaforte spagnola che aveva dominato parte d’Abruzzo dalla seconda metà del 1500 all’Unità d’Italia. Il tutto in una foto aerea fascinosa, ovviamente in bianco e nero. Forse scattata da un militare dell’aeroporto attrezzato alla buona durante la Prima guerra mondiale, dopo un bombardamento aereo austroungarico. Una fotografia di cui non sembra esserci traccia nelle maggiori pubblicazioni storiche di Pescara. Eppure, da anni la sua versione ingradita fa un figurone nell’ufficio dell’imprenditore Carlo Di Properzio. L’ha individuata per caso il presidente dell’Archeoclub Giulio De Collibus.

Lo scatto potrebbe aver immortalato due città: Castellamare Adriatico, dove si staglia il bastione e, dall’altra parte del fiume, Pescara. Lo si desume da alcuni particolari: non sono stati ancora costruiti la torre civica, il monumentale palazzo della Provincia e il Circolo canottieri tanto caro a Gabriele D’Annunzio. Le due cittadine, come noto, furono unite sotto il nome Pescara nel 1927, stesso anno di fondazione della Provincia.

«Il bastione San Vitale è stato interrato per realizzare la nuova linea ferroviaria», dice De Collibus. «Ma qualcosa potrebbe essere riportato alla luce. In questa direzione ci stiamo già muovendo». Appena un mese fa, nell’ambito del progetto Real Piazza, i tecnici e i componenti del tavolo tecnico, armati di georadar, hanno individuato quello che era il baluardo di nord ovest della piazzaforte. Il bastione San Vitale, appunto. Il progetto Real Piazza mira anche a riportare alla luce alcuni dei sotterranei della struttura militare spagnola. Un ingresso fu scoperto nel 1973, durante gli scavi necessari per la realizzazione del moderno rilevato ferroviario, e subito ricoperto. Per fortuna, l’artista Luigi Baldacci ebbe modo di scattare alcune fotografie (pubblicate sul Centro del 21 marzo scorso).

La piazzaforte spagnola, voluta da Carlo V e disegnata dall’architetto Erardo Barleduc, era a forma di pentagono irregolare con sette bastioni ai vertici, ognuno dedicato a un santo. Oltre al già citato San Vitale, a Castellamare c’era il bastione San Francesco. A Pescara, invece, partendo dal lato ovest, giganteggiavano il San’Antonio (zona lungofiume), il San Rocco (all’altezza del cinema Michetti), il San Giacomo (Mediamuseum), il San Nicola (museo Cascella) e il San Cristoforo (piazza Unione). Furono proprio i pescaresi a volere l’abbattimento della piazzaforte, considerata un simbolo di oppressione militare e un freno alla voglia di sviluppo della città. Del complesso fortificato, rimane ben visibile il Bagno Borbonico, cioè le prigioni dove, come ricorda il monumento posto in piazza Unione, morirono e languirono anche decine di patrioti dell’Italia meridionale. Al posto delle carceri ora ci sono il museo delle Genti d’Abruzzo e alcuni tra i più frequentati ristoranti della regione. «Questa foto e le scoperte fatte con il georadar confermano che notevoli testimonianze storiche sono a portata di mano», afferma Licio Di Biase, anima e cuore del progetto Real Piazza.

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