Berenice e i suoi 12 figli: «Gestisco la mia famiglia come un’azienda» 

Pescarese, 56 anni, insieme al marito Carmine è genitore di dieci femmine e due maschi, da 32 a 8 anni La coppia vive a Montesilvano: «A volte è dura e ci viene l’ansia, ma la fede ci fa superare i momenti bui»

PESCARA. Dodici figli e un piglio da manager. Si, perché crescere cotanta prole, 10 femmine e due maschi da 32 a 8 anni, per la supermamma pescarese Berenice Renzetti, 56 anni, è come «stare a capo di un'azienda». Bisogna organizzare tempi e personale e «tutto deve quadrare: cucina, spesa, letti, piatti». Va «sempre di corsa», ma suoi figli l’aiutano con le faccende di casa. E quando è il suo compleanno «mi riempiono di coccole e non mi permettono di cucinare». Giorni di riposo? «Mai, solo una dormitina di un’oretta al pomeriggio» per ricaricarsi da una mole di lavoro che stroncherebbe chiunque. Invece lei, fisico esile malgrado le tante gravidanze, sorride. Sorride sempre.
Berenice, che rifiuta l’appellativo di supermamma perché «per me è tutto normale», è sposata (5 aprile 1986, chiesa di Santa Caterina) con Carmine Angelozzi, 61 anni, responsabile tecnico di Attiva. Entrambi seguono il cammino di fede neocatecumenale e sono genitori di Chiara, 32 anni, mamma di 5 figli; Agnese 31, sposata con Mattia e impiegata in un vescovado francese di Tolone; Maria e Marta, 29 e 28 anni, quest’ultima studentessa di biologia della nutrizione ; Benedetta, 25 anni, moglie di Emanuele; Sara, 23 anni, laureata in Scienze motorie; Cecilia, 22 anni, commessa; Francesco, 21 anni, studente di economia e commercio alla D’Annunzio; Rebecca e Debora, 20 e 19 anni, Daniele, 16 anni, studente al Volta e Rachele, 8 anni, alunna della elementare di Villa Carmine, quartiere di Montesilvano dove la famiglia risiede. In casa abitano anche Giuseppe e Pasqualina, i genitori ottuagenari di Berenice che è anche nonna di Paolo, Giosuè, Michela, Angela e Matteo.
Una grande famiglia che quando si riunisce per i pranzi delle feste «dobbiamo allungare o aggiungere i tavoli» e sconfinare in giardino. In questo gran da fare, c’è tempo anche per la messa pomeridiana nella chiesa di San Paolo. Berenice gira il sugo di scampi e cozze, impartisce ordini ad alcuni dei suoi pargoli con dolce determinatezza e si racconta nel giorno dedicato alle mamme.
Berenice, il primo regalo nel giorno della festa della mamma?
Il disegno della mia ultimogenita, Rachele, che mi raffigura con la collana di perle che indosso spesso.
Come si svolge la sua giornata tipo?
Sveglia alle sei, dopo essere andata a letto a mezzanotte, preparo la colazione per i ragazzi (i figli grandi hanno le loro famiglie o vivono all’estero), porto la bimba e scuola e poi torno a casa ad occuparmi dei miei genitori che hanno bisogno di tante cure. Gran parte della mattina la passo in giro per medici e ospedale. Poi la spesa.
La spesa quante volte a settimana?
Tutti i giorni. E spesso sono carrelli da 80 euro. Per far quadrare i conti cerco le offerte nei discount e centri commerciali, per la carne ho la macelleria di fiducia sotto casa. Ne compro un paio di chili per volta, le mie figlie sono a dieta.
La lavatrice è sempre accesa?
Praticamente sì. Almeno tre bucati al giorno e quintali di detersivi utilizzati. Ma per me è tutto normale. Faccio tutto con grande energia perché amo la mia famiglia, amo ciò che ho costruito con mio marito, Carmine. Il quale ci dice: “Non siamo eroi, mia moglie e io, ma è grazie a Gesù Cristo che abbiamo incontrato in chiesa insieme, è grazie al cammino neocatecumenale che possiamo avere tanti figli”.
Berenice, chi vi aiuta? Di questi tempi è difficile sostenere le spese di una famiglia così numerosa.
La Provvidenza. Non siamo mai soli, riceviamo donazioni, i miei figli lavorano e danno una mano in casa. Certo, a volte è dura, ci viene l’ansia, abbiamo problemi come tutti, ma la fede ci fa superare i momenti bui e alla fine ci rimbocchiamo le maniche e i soldi per le bollette escono, con qualche sacrificio in più. La fede nel Signore ci regala un altro spirito, un’altra visione della vita, sentiamo di avere una marcia in più. È il Signore a darci la forza. Se hai paura del futuro, i figli non li fai.
Che consiglio darebbe a chi ne ha uno solo?
Di farne un altro. Perché donando la vita, si riacquista la vita. Le persone sole sono tristi e infelici, talvolta.
Donna e madre: come si reggono 12 gravidanze fisicamente?
Io sono fortunata. Non sono mai ingrassata, ho un fisico snello di costituzione, è tornato sempre a posto (ride).
Come si fa ad educare tante persone con caratteri diversi?
Non certo acquistando ad un bimbetto un telefonino di ultima generazione. È necessario imparare a dire no, non ti compro il computer o l’iphone spiegando perché non è necessario. È necessario imparare a dire no, non ti compro il giochino neppure se ti butti per terra e fai il nevrotico. Le generazioni del passato sono cresciute a ceffoni, e quelle persone sono diventate eccellenti uomini e donne. Le famiglie devono dare l’esempio con le azioni e parole di amore e accoglienza, i figli seguiranno quegli esempi di vita. E ognuno deve avere il suo compito.
Se non fosse diventata mamma, cosa avrebbe fatto nella vita? Che sogni ha?
Non riesco a pensare a me in ruoli diversi da quelli di mamma. Dopo aver conosciuto mio marito nella stessa chiesa, ci siamo sposati ed è venuto tutto naturalmente. Sono realizzata. Il mio sogno è esattamente quello che vivo ogni giorno.
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