Boom di locali e ristoranti: Pescara da primato nazionale  

Secondo Movimprese è il terzo comune d’Italia come numero di attività legate al food. Rispetto a dieci anni fa sono 602 in più, ma non bastano per salvare l’intero settore

PESCARA. Pescara ha un primato, anzi due. In città e in provincia è cresciuto in maniera esponenziale il numero delle attività legate alla ristorazione, al punto da scalare la classifica nazionale e conquistare il terzo posto in tutto il paese. I locali che si occupano di food, con ristorazione, b&b e alberghi, sono 2.628, cioè 602 in più rispetto a dieci anni fa. E poi c’è un altro dato positivo: il numero dei negozi al dettaglio non è diminuito, nonostante la crisi, ma è rimasto stabile - sempre rispetto a dieci anni fa - contrariamente al resto dell’Abruzzo e all’Italia intera. I negozi al dettaglio sono 5.673, 19 in più del 2007. I dati sono della Confesercenti su dati Movimprese e parlano di Pescara come di «un caso pressoché unico in Italia visto che il boom della ristorazione consente anche di arginare il calo del commercio che vede i negozi tradizionali crescere dello 0,34 per cento, su questo territorio».

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«C’è voglia di divertirsi», dice Gianni Taucci, direttore della Confesercenti. «Il consumatore si gratifica con il cibo e con il divertimento. E l’imprenditore si sposta laddove il consumatore spende. Per l’abbigliamento, invece, si sono delineate delle fasce di acquisto su un livello medio-basso e un livello basso ed è scomparso il livello medio». Di fronte a questa nuova realtà il Comune deve intervenire per «caratterizzare ulteriormente l’esistente o per modificare la caratterizzazione attuale e deve dare a tutti l’opportunità di arrivare in centro e sapere esattamente dove si trova ogni cosa. E quindi deve pensare a viabilità e parcheggi». Un discorso questo, da portare avanti con l’avvio del centro commerciale naturale, previsto entro l’anno. Si partirà con «una segnaletica mirata, attività di marketing, elementi di arredo urbano e di decoro innovativi e una maggiore cura del verde», anticipa l’assessore comunale Giacomo Cuzzi, soddisfatto per i dati sul commercio.
Commentando l’andamento del settore, Enzo D’Ottaviantonio, della Confcommercio, parla del «discreto dinamismo» che accompagna Pescara e del «saldo positivo» che si registra su questo territorio, caso unico. Ma è anche vero che «si verifica una costante e inesorabile sostituzione delle attività del commercio tradizionale con attività del food che a loro volta nascono e muoiono come funghi, denotando un turn over esasperato. La crisi degli ultimi anni, unita alla concorrenza del commercio on line, ha inciso prevalentemente sul commercio tradizionale, ad esempio sul tessile, e per frenare questo fenomeno ci sarebbe bisogno di un aiuto dell’amministrazione comunale che potrebbe pensare ad una fiscalità di vantaggio per chi apre attività nel commercio classico», suggerisce D’Ottaviantonio.
L’associazione di categoria porta avanti una difesa ad oltranza dei piccoli negozi «che rendono distinguibile una città dall’altra e la caratterizzano». E punta sull’avvio del centro commerciale naturale, ormai imminente, perché «dovrebbe portare alla condivisione tra i commercianti della promozione, degli eventi e degli orari di apertura, spingendo anche ad un cambio di mentalità», passaggio indifferibile per D’Ottaviantonio in una fase come quella attuale.
Ma per rendere davvero «attrattivo e fruibile il centro commerciale naturale va bocciato il progetto del Comune sull’area di risulta, che riduce i posti auto, e si deve pensare a un parcheggio multipiano con 4000 posti a prezzi accessibili. Così si farebbe passare l’idea a che a Pescara è facile arrivare e anche parcheggiare». L’area di risulta, cioè, deve diventare «un bacino per far arrivare persone a Pescara».
La Confcommercio ha anche altri suggerimenti. E si augura «una maggiore sinergia tra operatori economici e istituzioni» per consentire a Pescara di «recuperare il ruolo di faro del commercio regionale», conquistando terreno rispetto ai centri commerciali «dai quali ci distinguiamo perché possiamo offrire di più in termini di servizio e qualità».
E ancora D’Ottaviantonio chiede ai negozianti di «cavalcare alcuni cambiamenti delle abitudini dei consumatori. Si potrebbe pensare alle aperture domenicali in centro» che potrebbero funzionare così come hanno funzionato le aperture serali nei mesi estivi. Le tre notti bianche hanno portato «migliaia di persone a Pescara dopo un inverno difficile, anche a causa della neve». È chiaro, quindi, che bisogna «adeguarsi ad un altro modo di fare commercio, organizzando delle iniziative. Chi ha un negozio deve essere pronto a capire che i tempi sono cambiati».
E questi giorni di inizio settimana, in occasione di Halloween, «possono essere dei buoni giorni di lavoro». Il centro si è animato con Cioccolandia, su corso Umberto, dalle 10 alle 22, che andrà avanti fino a mercoledì. Domani, dalle 16, sempre il centro sarà teatro di “Pescara urban shopping”, con l’animazione a base di musica e sport, fino a sera. Sempre domani ci saranno una passerella in piazza Muzii e una serata a tema al centro storico.
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