Boschi poco sfruttati: l'Abruzzo importa legna

Finanziamenti col contagocce al settore forestale abruzzese. Gli undici vivai regionali hanno problemi di organico e sono quasi in abbandono

AVEZZANO. L'Abruzzo, terra di Parchi e con al centro dello stemma una striscia verde a rappresentare i boschi che li adornano, tra le Regioni italiane è quella che nel settore forestale investe di meno. Il Programma di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020, approvato dalla Regione il 19 novembre 2015, con una dotazione finanziaria complessiva di 423 milioni di euro, destina al comparto forestale appena 13 milioni. Che si riducono a 8 per poter onorare gli impegni assunti con il precedente paino 2007-2013.

Così dal 3,01% si passa all'1,85 e l'Abruzzo diventa il fanalino di coda del Paese. Secondo i dati dell'Inventario nazionale delle foreste, in Abruzzo, i boschi occupano una superficie di 438mila ettari. Così ripartiti per provincia: L'Aquila (243mila), Chieti (78mila), Teramo (72mila), Pescara (45mila).

I boschi significano aria pulita, biodiversità, riduzione di anidride carbonica nell'atmosfera. Pertanto, se ci teniamo alla salute, dobbiamo prendercene cura. Ma i boschi costituiscono anche una grande risorsa economica. In Abruzzo ogni anno si utilizzano 230mila tonnellate di legname per uso energetico e 280mila tonnellate da lavoro Sono circa 400 le imprese boschive che operano nella Regione, che danno lavoro a oltre tremila persone.

«Con così poche risorse», si chiede il presidente regionale della Confagricoltura, Concezio Gasbarro, «come si fa a tutelare i boschi, ad aiutare gli imprenditori ad ammodernare la propria azienda, creando altri posti di lavoro, e a sostenere i giovani che vogliono mettere su un'impresa?»

Una politica di investimenti nel settore forestale impedirebbe anche lo spopolamento dei centri montani. Nell'Abruzzo interno, dal 1971 al 2011, si è registrato un calo della popolazione del 42%, mentre in Toscana, ad esempio, è aumentata del 6,6% Il presidente di Confagricoltura non riesce poi a spiegarsi come mai la Regione stia ritardando tanto nell'indire i bandi: «Ci era stato promesso che sarebbero partiti l'estate scorsa. Siamo a novembre e ancora non vediamo nulla. Per non parlare», aggiunge, «dei vivai regionali, che sono in totale abbandono. Tra questi anche quello per tartufi, a Sant'Elia (L'Aquila), unico in Abruzzo, che dispone di attrezzature molto costose».

Stefano Fabrizi, direttore della Confagricoltura L'Aquila, che assiste al colloquio, interviene raccontando le difficoltà incontrate per procurarsi una ventina di piante autoctone, che gli erano state richieste dall'Istituto onnicomprensivo Marini di Avezzano, per sensibilizzare, attraverso la “Festa degli alberi”, i ragazzi al rispetto dell'ambiente. «Dopo varie peripezie», rivela, «grazie all'interessamento di un funzionario regionale, Dante Silveri, che si occupa di biodiversità, le piantine mi sono state fornite dal vivaio di Santa Eufemia del Parco della Maiella».

«I fondi impegnanti per il comparto forestale», puntualizza l'assessore regionale all'Agricoltura, Dino Pepe, che ha parole di stima per il presidente della Confagricoltura, «sono stati 13 milioni. Ma ne abbiamo dovuto togliere 5 per integrarli con quelli del Psr 2007-2013. Quando, nel luglio del 2014, si è insediata la giunta D'Alfonso», ricorda l'assessore, «abbiamo scoperto che dei fondi impegnanti era stato speso solo il 60%. Ci siamo subito adoperati per evitare che i soldi non spesi tornassero indietro».

«Per quanto riguarda i bandi», prosegue Pepe, «posso assicurare che il Dipartimento per l'Agricoltura li sta elaborando e da qui alla fine dell'anno verranno indetti». L'assessore si impegna inoltre a risolvere al più presto il problema dei vivai (11), dovuto alla carenza di organico. «Per uscire dall'impasse», promette, «affideremo, attraverso un bando, metà dei vivai alle comunità locali, gli altri, quelli strategici, verranno gestiti dalla Regione, che provvederà a dotarli di personale qualificato e di mezzi adeguati per garantire ai cittadini un servizio efficiente». Tra questi ci sarà sicuramente il vivaio per tartufi di Sant'Elia, dopo che sarà risolto il contenzioso che la Regione ha con la cooperativa che gestisce l'impianto.

«Purtroppo», lamenta il presidente di Confagricoltura, «in Abruzzo manca una politica regionale forestale. Importiamo legname dall'estero nonostante le foreste. A fronte poi di una crescita ogni anno dei boschi di un milione e 300mila tonnellate, se ne utilizza appena la sesta parte. Un posto di lavoro, che nel settore industriale arriva a costare da 700 a 800mila euro, in quello forestale costa 40mila. Ciononostante il settore forestale continua a mantenere in Abruzzo il ruolo di Cenerentola».

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