Critiche alla nuora, maxi rissa tra parenti 

Il padre non accetta l’unione del figlio con una rom e arrivano i familiari da Lanciano per difenderla: una donna ferita

MONTESILVANO. «Una faida familiare». Ecco cosa potrebbe esserci dietro la rissa scoppiata ieri pomeriggio in via Rimini, a Montesilvano, che ha fatto intervenire le forze dell’ordine in misura massiccia tra carabinieri, polizia e guardia di finanza. Sul posto, per placare gli animi, anche il consigliere comunale Marco Forconi che ha allertato il sindaco Ottavio De Martinis, facendolo arrivare nel punto in cui si è verificata la zuffa. Quando sono arrivate le pattuglie qualcuno si è dato alla fuga, quindi non tutti i partecipanti sono stati identificati dagli uomini dell’Arma, che si stanno occupando delle indagini per capire i motivi di tanta violenza e anche per adottare eventuali provvedimenti nei confronti dei partecipanti.
È stato necessario anche l’intervento delle ambulanze, e mentre qualcuno ha deciso di essere medicato sul posto, una donna di 46 anni originaria di Foggia è finita in ospedale ed è stata dimessa in serata con pochi giorni di prognosi. Tutto sarebbe cominciato da una discussione scoppiata in un appartamento di via Rimini, dopodiché si sarebbero presentati alcuni rom, come a voler dare manforte a una di loro. A quel punto, abbandonata la strada del dialogo, si è passati alle vie di fatto, fino a quando è arrivato l’assegnatario dell’appartamento dove è nato tutto, un uomo di origine albanese di 53 anni, da 26 in Italia e perfettamente integrato nella comunità di Montesilvano, e ha cercato di difendere la moglie, come ricostruisce Forconi.
Quest’uomo non sarebbe favorevole all’unione tra suo figlio e una rom che ieri sarebbe stata aggredita verbalmente in casa. A quel punto sarebbero interveniti “i suoi”, probabilmente partiti da Lanciano per dar vita a una sorta di spedizione punitiva su Montesilvano. Sarebbe stata questa la scintilla che ha fatto scoppiare il parapiglia di ieri, anche se al momento si tratta solo di una ipotesi, e il lavoro di indagine dei carabinieri non è ancora concluso per accertare ruolo e responsabilità di ciascuno. Spinte, cazzotti e minacce hanno generato il caos, e il risultato sono le ferite riportate dall’albanese sul volto - anche se ha rifiutato il trasporto in ospedale - e la necessità di sua moglie di ricorrere alle cure dei medici, in ospedale, dopo essere stata spinta.
«Con calma e diplomazia ho cercato di separare i contendenti», racconta Forconi che si è allarmato dopo aver sentito un via vai di sirene, e ha deciso di raggiungere personalmente via Rimini. Con il passare dei minuti ha capito che alla base di tutto ci sarebbe una «faida familiare» perché il capofamiglia di origine albanese non vede di buon occhio la nuora.
«Nulla a che fare con gli scenari tipici di via Rimini che già conosciamo», fa notare Forconi, ma la rissa di ieri ha riacceso un faro su quella zona di Montesilvano. Con il Covid-19 gli sfratti e le procedure per intervenuta decadenza sono state interrotte ma «dal primo luglio riprenderemo a lavorare su questo fronte», annuncia Forconi. L’intenzione del Comune resta quella di «ripulire la zona e far allontanare chi crea nocumento alla zona. Gli abusivi sono pochi ma l’attenzione è puntata anche su chi ha usato quegli alloggi per commettere reati e ha perso i requisiti per l'assegnazione, per cui è intervenuta la decadenza».
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