De Vitis: io che c’entro con questa storia?

Parla l’ex direttore della filiale di via Chieti che accolse come cliente il re delle cliniche private

PESCARA. Fu lui ad accogliere in banca Carmine De Nicola come cliente certamente facoltoso. Era il 2004. E fu lui a progettare la concessione del mutuo a sei zeri. «Ma che cosa c’entro con l’inchiesta?», dice oggi Luigi De Vitis, ex direttore della filiale numero 6 di via Chieti a Pescara. De Vitis non è un ex dirigente qualunque di Carichieti, ma è l’uomo sul quale l’ex direttore generale, Francesco Di Tizio, puntò per dare una visibile svolta alla Cassa di Risparmio teatina sul terreno delle “concorrente” Caripe.

Così quando in banca, a Pescara, quel giorno di dodici anni fa, si presentò il re delle cliniche e delle scuole private, capace di aprire un conto che fruttava all’istituto teatino interessi da un milione e mezzo l’anno, De Vitis lo accolse con il sorriso sulle labbra. Ma quel sorriso si è drasticamente e definitivamente spento due giorni fa quando un sottufficiale della Finanza gli ha consegnato l’avviso di conclusione delle indagini. Per De Vitis è stato un fulmine a ciel sereno. E spiega perché al Centro.

«Nessuno finora mi ha chiamato per ascoltare come andarono realmente i fatti. Se me lo avessero chiesto avrei spiegato che io non c’entro nulla con il finanziamento di oltre 14 milioni di euro a De Nicola semplicemente perché non era mio compito istruire la pratica e soprattutto deliberare il mutuo». De Vitis, in effetti, era responsabile commerciale della Carichieti, cioè all’epoca dei fatti non era lui ad occuparsi della linea crediti. Parliamo di un periodo compreso tra il 20 dicembre del 2007 e il 15 gennaio del 2008.

Quattordici milioni non sono bruscolini: il via libera passò attraverso la direzione generale che era a Chieti. «Perché io? E perché nessuno mi ha interrogato prima che l’inchiesta finisse?», ripete l’ex dirigente della banca finita nella bufera del commissariamento e poi cancellata dal decreto Salvabanche che ha sortito la nascita della Nuova Carichieti e segnato il destino della vecchia, in queste ore sub judice a Chieti per quanto riguarda il fallimento. «A me toccò solo progettare la concessione del mutuo a De Nicola. Ho letto le accuse e mi chiedo che cosa c’entro con la supervalutazione dei terreni e con gli atti deliberati dalla banca e non dal sottoscritto? Ci vuole poco per scoprirlo. Perciò sono a disposizione della procura: interrogatemi subito».(l.c.)