Diga di Penne, timori per la carenza idrica 

Marco Finocchio (L’Abruzzo in agris): «Bisogna sostenere le aziende agricole in caso di perdite»

PENNE. La carenza idrica della diga di Penne preoccupa sempre più agricoltori e allevatori dell’area vestina. A oggi il livello dell’invaso pennese è di soli 246.2 metri. Lo scorso luglio il livello era di 255.13 metri, quasi 10 centimetri in più rispetto all’attuale. Una situazione che preoccupa anche il presidente della neonata associazione “L’Abruzzo in agris”, Marco Finocchio. «Per la scarsità di precipitazioni si calcolano già perdite destinate ad aumentare, nel caso il clima resterà siccitoso, del 50 per cento per quel che riguarda il settore cerealicolo», dice Finocchio. «La mancanza di precipitazioni piovose e nevose metterà in difficoltà gli agricoltori nel coltivare i propri terreni. In aggiunta al settore cerealicolo, c’è anche il settore zootecnico che non avrà sufficiente foraggio per alimentare i propri animali. Occorre iniziare a lavorare per aiutare le perdite che influenzeranno tutto il settore agricolo, a partire anche dai fornitori di concimi, fitofarmaci e sementi», sottolinea ancora il presidente di Abruzzo in Agris.
Sono oltre 400 le aziende di zootecnica e comparto ortofrutticolo dell’area vestina che si riforniscono costantemente nell’invaso della diga di Penne. La scorsa stagione estiva, le carenze di portata idrica provocarono un meno 50 per cento nella produzione di formaggi. Legato al problema siccità, anche le difficoltà del comparto zootecnico, con la produzione di latte che la scorsa estate scese di circa il 20-30 per cento. Il comparto cerealicolo ha registrato la scorsa estate una produzione scesa del 50 per cento. Dai 40-45 quintali ettaro dello scorso anno si è passati ai 20-25 quintali ettaro. Nel comparto della viticultura si sono persi circa due appezzamenti su tre.
«Noi tutti agricoltori abruzzesi aspettiamo risposte immediate e siamo pronti a contribuire per affiancare il presidente Marco Marsilio e l’assessore Emanuele Imprudente per una risoluzione immediata delle tante problematiche. Se questo non accade la nostra associazione, insieme alle altre, tornerà in piazza questa volta non per manifestare ma per protestare», conclude .
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