Dragaggio, il ministero dà lo stop

Slitta ancora l'intervento, imprese e pescatori sul lastrico

PESCARA. Il dragaggio ha subìto l'ennesimo rinvio. Dopo i numerosi annunci di avvio dei lavori, nel porto non è stato aperto nemmeno il cantiere. «Il ministero ha richiesto una variante al progetto», ha detto il consigliere regionale Sospiri. La Regione dovrà ripresentare la documentazione riveduta e corretta sulla base delle indicazioni del dicastero delle Infrastrutture. I lavori, secondo quanto annunciato dal Comune, dovevano essere già partiti da due settimane, ma ora è quasi certo che verrà rimandato tutto a dopo le feste. La consigliera del Pd Paola Marchegiani sostiene che il Comune stia prendendo in giro i cittadini. Intanto, la situazione nel porto si fa sempre più drammatica per i fondali troppo bassi. Le attività commerciali vanno a rilento: secondo una stima, i danni causati finora per lo scalo marittimo inagibile supererebbero i 15 milioni di euro. Parlano di situazione non più sostenibile anche i pescatori.

STOP AL DRAGAGGIO Un altro problema burocratico ha bloccato l'avvio del dragaggio. Secondo quanto ha riferito ieri il consigliere regionale Lorenzo Sospiri, lo stop stavolta sarebbe arrivato dal ministero delle Infrastrutture, con la richiesta alla Regione di modificare il progetto di escavazione del porto. «Modifiche richieste perché sono stati stanziati 2 milioni in più», ha spiegato Sospiri, «i lavori partiranno con qualche giorno di ritardo». Ma l'amministrazione comunale aveva previsto l'arrivo della draga per il 9 dicembre. Avrebbe dovuto lavorare fino a giovedì prossimo e poi riprendere, dopo la pausa natalizia, il 2 gennaio per concludere il dragaggio il 7 marzo. Adesso, il cantiere aprirà quasi sicuramente dopo le feste. L'intervento prevede l'escavo di 23mila metri cubi di sabbia per uno stanziamento di 2,9 milioni di euro.

DANNI ALLE IMPRESE Si fa di giorno in giorno più lunga la stima dei danni delle imprese che trasportano le merci per via marittima. «Lo scarico delle merci secche è praticamente fermo da 4-5 mesi, perché il porto è quasi inagibile», ha affermato il presidente della società marittima Sanmar Bruno Santori, «invece, per le merci liquide, come gli idrocarburi, vengono utilizzate navi più piccole per farle entrare, ma per trasportare le stesse quantità di prima sono necessari più viaggi con un aumento delle spese». «Le conseguenze del porto inagibile», ha aggiunto, «sono maggiori oneri per l'approvviggionamento di materie prime, mancati guadagni per le imprese, operai in cassa integrazione e aumenti dei prezzi al consumo».

PESCATORI SUL LASTRICO
Nei guai è anche la marineria. «I pescatori non fanno partire proteste solo perché siamo a Natale», ha rivelato Giuseppe Gasparroni, presidente della cooperativa Sciarra, «dopo tanti annunci, ormai non credono più che parta il dragaggio. La marineria è allo stremo».

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