PESCARA

Droga e appalti, i quattro arrestati ai domiciliari 

Il dirigente Trisi si è dimesso, l'imprenditore De Leonibus fuori dagli appalti pubblici. E le intercettazioni rivelano: droga persa nell’auto del Comune

PESCARA. I quattro protagonisti dello scandalo per gli appalti pilotati al Comune di Pescara possono finire agli arresti domiciliari. Fabrizio Trisi, ormai ex dirigente dei Lavori pubblici del Comune, Vincenzo De Leonibus, l’imprenditore che avrebbe avuto una corsia preferenziale per l’assegnazione di una serie di appalti da parte di Trisi, e i due spacciatori, Vincenzo Ciarelli e Pino Mauro Marcaurelio che li rifornivano di droga, all’indomani degli interrogatori di garanzia avevano presentato istanza di scarcerazione con la richiesta di una misura meno afflittiva. Istanze in ordine alle quali la procura (pm Anna Benigni e Luca Sciarretta) avrebbero già espresso il suo parere favorevole ai domiciliari e quindi il gip Fabrizio Cingolani può formalizzare questa decisione già questa mattina.

leggi anche: Bufera sul Comune, il sindaco: "Sono attonito, Trisi mi ha assicurato che non è vero" / MAXI VIDEO Masci alla conferenza stampa con la sua giunta ribadisce che non si dimette: dipendenti indagati allontanati ed istituito comitato strategico per la riorganizzazione dell'attività amministrativa

Trisi, che già due giorni prima degli arresti aveva depositato nelle mani del sindaco le sue dimissioni, è già stato sostituito nel suo incarico e quindi non potrebbe più eventualmente inquinare le prove. De Leonibus, sempre in sede di interrogatorio, si è dimesso dalla carica di amministratore della società, avrebbe nominato un sostituto, un nuovo direttore dei lavori e avrebbe dichiarato che non intende più occuparsi di appalti con la pubblica amministrazione. Per quanto riguarda i due spacciatori, Ciarelli avrebbe negato episodi di cessioni di droga sostenendo che nelle carte dell’indagine si parla soltanto di supposizioni senza riscontri oggettivi, mentre Marcaurelio avrebbe invece ammesso le cessioni di droga, unico reato che gli veniva contestato.
Trisi, De Leonibus e i due impiegati e sottoposti dell’ufficio di Trisi, Jairo Ricordi e Gianluca Centorame, a vrebbero consumato droga dentro e fuori l’ufficio. Si ritrovavano soprattutto nell’ormai famosa “Tana delle Tigri”, quell’appartamento concesso gratuitamente al “branco” da un altro piccolo imprenditore. E c’è un episodio, uno dei tanti, esemplare a riguardo. Quando Trisi e l’imprenditore aspettano Gianluca Centorame che doveva portare la droga. Centorame arriva alla Tana, ma non ritrova più la bustina con la coca nella macchina del Comune. (m.c.)

copyright il Centro

ARTICOLO SUL CENTRO IN EDICOLA