E all’istituto Alberghiero esperti a confronto sul cibo della festa

Gli studenti dell’Alberghiero a lezione di “Agnello, cibo della festa” ieri, con alcuni dei massimi esperti dell’agnello abruzzese riuniti all’Officina del gusto. «L’agnello Igp», ha spiegato la...

Gli studenti dell’Alberghiero a lezione di “Agnello, cibo della festa” ieri, con alcuni dei massimi esperti dell’agnello abruzzese riuniti all’Officina del gusto. «L’agnello Igp», ha spiegato la preside Alessandra Di Pietro, «fa parte della storia abruzzese in cucina, e gli studenti del De Cecco, futuri professionisti dei fornelli, devono conoscere le qualità organolettiche e nutrizionali del prodotto tipico abruzzese». E ieri, tra i relatori, erano presenti Nunzio Marcelli e Giampaolo Tardella, presidente e direttore del consorzio Agnello del Centro Italia; Leonardo Seghetti, accademico della Cucina italiana; Roberto Casaccia biologo nutrizionista Biopass. «Ai futuri professionisti della gastronomia», ha detto Marcelli, «dico che il cibo è cultura, è tutela del territorio, la gastronomia è il primo elemento di attrazione turistica. Una buona coltivazione, un buon allevamento sono sinonimo di cultura del territorio». E Tardella: «Punto di forza è il QR Code, e da 10 anni raccontiamo al consumatore che compra Igp una serie di informazioni dimostrando da quali pascoli traggono origine gli animali». «Per offrire un buon prodotto», ha detto il professor Casaccia, «dobbiamo rispettare il ciclo vitale dell’animale: carni da allevamento all’aperto per almeno 8 mesi, allattamento solo con latte materno, foraggi di pascolo, uso di integratori con un limite massimo. Negli agnelli allevati all’aperto, le carni si arricchiscono di omega 3. L’agnello si può considerare buona fonte di proteine e di ferro».