Falcone, 20 anni di dolcezza Festa e nuovo capannone  

L’azienda nata nel 1997 oggi conta 50 dipendenti, dodici milioni di fatturato Esportazione in 58 Paesi. «A chi vuol fare impresa dico: è il momento di osare»

PESCARA. Affonda le radici nell’Italia del boom economico la storia della Dolciaria Falcone e da quegli anni di cambiamenti colorati e coraggiosi trae forse origine l’ottimismo che, raro invece in questi tempi di crisi, accompagna i tre fratelli fondatori e timonieri dell’azienda, Carlandrea, Franco e Rodolfo Falcone , imprenditori con un fatturato di 12 milioni di euro, che tagliano il traguardo dei venti anni di attività della loro azienda con base a Moscufo e festeggiano raddoppiando la superficie di produzione: un nuovo capannone accanto all’esistente pronto per l’inverno. E lavoro per il territorio.
Si diceva degli anni Sessanta perché la storia imprenditoriale di questa famiglia comincia più di mezzo secolo fa, da un negozietto di “alimentari”, come si diceva allora, in via Piemonte a Montesilvano gestito da Carmine e Giuseppina Falcone, coppia con lo stesso cognome ancor prima di sposarsi originaria di Montesilvano.
Tanto lavoro e le cose vanno bene. Il tempo passa. I ragazzi di casa studiano, Carlandrea ha anche una vena artistica, frequenta il liceo Misticoni, è appassionato di musica e suona la chitarra con il suo “complesso” La Nuova Stagione. Ma, pop a parte, l’indipendenza economica e la voglia di costruire qualcosa sono “marchi di fabbrica” per i Falcone. Così negli anni Settanta il “musicista” e il primogenito Franco aprono un bar-gelateria sempre a Montesilvano, in viale Europa.
Un trampolino di lancio. E che lancio. Sì perché dopo quella «parentesi» come la definisce il più giovane, con lo sbocciare degli anni Ottanta ecco arrivare l’apertura della catena di supermercati Falcone, che molti ricordano a Montesilvano e a Pescara: una decina di punti vendita più due centrali di distribuzione di prodotti freschi e secchi, 300 dipendenti. C’era di che ritenersi soddisfatti e tirare i remi in barca. Non così per i Falcone. I tre fratelli intanto hanno messo su famiglia, Andrea con Marina, Franco con Maria, Rodolfo con Valentina, tutti matrimoni benedetti da più figli. E il vento del cambiamento che torna a soffiare forte nell’anima imprenditoriale dell’affiatato nucleo. L’opportunità arriva con l’offerta della Coop di acquistare la catena di supermercati. Detto fatto. E ilnome Falcone nel 1997 diventa sinonimo di dolci. «Ci siamo inventati una azienda dolciaria», racconta Carlandrea. Quell’anno comincia una nuova avventura, ma a regime si arriva dopo un lungo periodo di ricerche e studi, una “incubazione” attenta: «Venivamo da un altro mondo», racconta l’imprenditore, «non avevamo il know-how necessario. Sì», ammette, «c’è stato un pizzico di follia, ma ci siamo anche dati da fare, abbiamo studiato, osservato, insomma tanta preparazione».
Si parte con 10 dipendenti, più l’indotto. Dietro ogni prodotto c’è tanto marketing. E biscotto dopo biscotto, idea vincente dopo idea vincente eccoci a 50 dipendenti più i collaboratori esterni, un fatturato da 12 milioni in crescita, esportazione di prodotti dolciari in 58 Paesi, dal mercato statunitense a quello canadese, clientela importante in Francia, in Germania, in Danimarca. E il Giappone, recente ingresso di grande interesse: questa mattina partono per il Paese del Sol Levante diversi containers di Cookies, il biscottone tondo in più gusti e con confezione snack che è tra i più apprezzati, e dunque venduti, dell’azienda: «Siamo stati i primi a produrli», rivela con orgoglio Carlandrea, «su modello americano ma con filosofia italiana: cioè soprattutto meno grassi rispetto al cookie Usa, adattato allo stile made in Italy».
Fiore all’occhiello dunque accanto ai cantucci, che della Falcone Dolciaria hanno fatto la fortuna: «Siamo nati con la gamma Cantucci d’Abruzzo», ricorda il manager, «siamo stati i primi nel percorso di riconoscimento del cantuccio abruzzese, ben più noti erano i cantucci toscani, una paternità dubbia. Comunque il nostro è più friabile e con le caratterizzazioni nocciola, mandorla, cioccolato, noce abbiamo svecchiato il cantuccio anche nell’età media del consumatore». Così si arriva ai 20 anni dell’azienda, «con sviluppo importante all’alba del 2018: il raddoppio del capannone». Una mossa coraggiosa in tempi di crisi. Un consiglio per chi sogna di fare l’imprenditore oggi? «Che è il momento giusto:dopo 10 anni di crisi l’economia si riprende, è l’effetto “molla”. Bene la startup per chi ha coraggio e voglia di lavorare, perché non è importante cosa fai, ma come lo fai. Se ci credi, ti metti in discussione, ti prepari osa. Sì, lo so sono un inguaribile ottimista, ma lo devi essere se vuoi fare imprenditore».