Gay pestato, scontro in consiglio Masci: «È un episodio isolato» 

Il centrosinistra chiede all’aula di condannare il fatto di giovedì notte e punta il dito contro l’omofobia Ma il centrodestra boccia la proposta: «Il caso è stato strumentalizzato». Il Pd: «Una pessima figura»

PESCARA. Il consiglio comunale di Pescara si spacca sull'omofobia. Il divario tra centrodestra e centrosinistra su questo tema, che era nell'aria da giorni per lo svolgimento a Pescara della Pride week regionale, è emerso in maniera chiarissima ieri in aula, quando si è trattato di votare l'ordine del giorno presentato da Giovanni Di Iacovo e appoggiato dal centrosinistra e da M5S. Un documento messo giù all'indomani dell'aggressione, sul lungomare nord, di un 25enne che si trovava in compagnia del compagno. Un gruppo di giovani li ha insultati chiamandoli «froci» e poi sono partite le botte, al punto che il 25enne è finito in ospedale.
Con il documento presentato in consiglio si voleva invitare il sindaco e la giunta, a «costituirsi parte civile contro le aggressioni omofobe», tenendo conto che a Pescara ce ne sono state anche altre. La giunta avrebbe anche dovuto promuovere l'approvazione di una legge, aderire a una rete di enti locali contro le discriminazioni Re.A.Dy e sostenere lo svolgimento del corteo del Pride 2021, che quest'anno è stato rimandato. Tutto questo per «ribadire che Pescara non discrimina, ma ama e rispetta i suoi cittadini omosessuali e transessuali e condanna senza appello qualunque atto di omostransbifobia», diceva l'ordine del giorno.
Se il sindaco Carlo Masci si è dimostrato disponibile a trovare un punto di incontro tra il centrosinistra e la sua maggioranza per un documento condiviso, il centrodestra ha prima chiesto delle modifiche e poi ha bocciato l'ordine del giorno che la minoranza non ha voluto modificare. Il no dell'aula (c'erano degli assenti, il Movimento 5 Stelle ha votato a favore e l'Udc si è astenuta) ha fatto esplodere la polemica a distanza, dopo quella dei giorni scorsi sulla mancata concessione della spiaggia antistante la Nave di Cascella per un flash mob nell'ambito della Pride week. Masci aveva già chiarito che non c'era stata «alcuna discriminazione», nell'assegnare l'area della Madonnina e due giorni fa ha condannato l'aggressione omofoba.
Ma le giustificazioni del sindaco non sono bastate al centrosinistra. Dopo il pestaggio «era giusto che il consiglio comunale esprimesse una linea ferma e di condanna», ha detto Di Iacovo, e invece «il centrodestra voleva annacquare il documento rimuovendo ogni riferimento alla matrice omofoba dell'aggressione e approvarne uno generico contro le violenze urbane».
Per i consiglieri di centrosinistra Di Iacovo, Sclocco, Catalano, Cuzzi, Giampietro, Pagnanelli e Frattarelli «l'estremismo ideologico ormai acceca la destra pescarese, le fa perdere lucidità e senso pratico, ed espone i pescaresi ad una nuova, pessima figura a livello nazionale».
Masci si è detto «addolorato» della impossibilità di arrivare a un ordine del giorno di sintesi. «Non sono queste», ha commentato, «le occasioni per dimostrarsi abbarbicati a una visione politica che intende forzare la realtà per dare la propria connotazione a un episodio che va stigmatizzato senza se e senza ma, come ogni atto di violenza e di prevaricazione, da qualunque parte provenga e qualsiasi sia la vittima. Per questo avevo sollecitato un atto di responsabilità da parte di tutti che andasse oltre le connotazioni di partito e di coalizione». Hanno replicato al centrosinistra i capigruppo di Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega, Roberto Renzetti, Fabrizio Rapposelli e Vincenzo D'Incecco. «La nostra», hanno detto, «è una città liberale, accogliente e solidale e con convinzione si costituirà parte civile contro la vergognosa aggressione. Ma non si può strumentalizzare quello che è stato un episodio isolato, perpetrato da giovani delinquenti per ignoranza, non per ragioni razziste o sessiste».
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