Geppino D’Altrui: io e Bud Spencer alle Olimpiadi del ’56

Il pallanuotista parla di Pedersoli nuotatore a Melbourne «Faceva ridere tutta la squadra con le sue storie strambe»

PESCARA. La scomparsa di Carlo Pedersoli, meglio conosciuto come Bud Spencer, non porta via solo il protagonista dei mille film cazzotti, western e fagioli, ma anche e soprattutto una persona diventata l'icona di generazioni letteralmente cresciute davanti alle sue performance, da “Altrimenti ci arrabbiamo” a “Continuavano a chiamarlo trinità”.

Una cosa che invece pochi sanno è che prima di diventare tutto questo, Bud Spencer è stato un atleta, un nuotatore e pallanuotista anche di un certo spessore. Uno che ci ha giocato insieme è Geppino D'Altrui, napoletano trapiantato a Pescara da moltissimi anni, classe 1934, compagno di Bud alle Olimpiadi di Melbourne nel 1956: «Era un simpaticone», racconta, «uno di quelli che sapeva farsi voler bene da tutti. Sempre in prima linea, gli piaceva raccontare le sue avventure in Sud America», dove Pedersoli aveva passato parte della prima giovinezza. «Addirittura, una volta», continua D'Altrui, «ci raccontó di aver attraversato un fiume appoggiandosi a un serpente in letargo. Nessuno gli credette, ma tutti furono molto divertiti dalle sue parole». Esuberante sì, ma di carattere buono.

Mai scomposto, mai scortese, esattamente il contrario del personaggio visto in tv: «Probabilmente non ha mai alzato un dito su nessuno in vita sua. E poi se ci fate caso nei suoi film si vedono tante scazzottate, ma qualcuno ha mai notato del sangue?», insiste Geppino, a conferma della tesi. Ma se poteva mettersi in mostra, non si faceva pregare.

Come quel pomeriggio a Genova: «Eravamo in piazza de Ferrari, dovevamo andare ad allenarci e lui si presentó con la Buick. Si divertiva ad aprire e chiudere la capote, per guardare la reazione dei passanti. Alla fine ci caricó tutti sulla sua macchina e così raggiungemmo la piscina».

Scese sotto il muro del minuto in vasca, un tempone per quell'epoca, prima di sposare la figlia di D'Amato, produttore televisivo e dare il via alla carriera di attore. Anni dopo, almeno 50, Geppino D'Altrui e Bud Spencer si sono rincontrati a Pescara quando lo stesso Bud venne a salutare i bambini dell'ospedale civile: «Pensavo non si ricordasse di me, invece quando mi vide mi abbracciò forte. Fu un gesto molto bello, che ci furono momenti di commozione. Quella è stata l'ultima volta che l'ho visto di persona. Poi solo in tv. Veniva invitato spesso perché era amico di tutti. Una volta me lo ritrovai ad una festa delle Fiamme Oro, ma lui non lo era. L'avevano voluto perché in un suo film recitava il ruolo del poliziotto». Quindi i giorni nostri: «Da qualche anno si vedeva che aveva perso la sua verve, del resto l'età passa per tutti. Lui è andato via ma la sua figura resterà a lungo. È stato l'idolo di tanti ragazzi e di tante generazioni, con i miei occhi ho visto grandi e piccoli imitare i suoi gesti e le sue battute. Sono convinto che il suo mito continuerà a vivere nel cuore e nella mente di tutti noi».

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