Gettoni doppi ai consiglieri scoppia il caso in Comune

Una lettera anonima in procura denuncia le presenze-bluff in commissione «C’è chi firma senza partecipare alle sedute solo per avere i compensi»

PESCARA. In Comune riesplode il caso delle presenze bluff di alcuni consiglieri all’interno delle commissioni consiliari. Una lettera anonima, inviata alla procura della Repubblica di Pescara, nonché al sindaco Albore Mascia, al direttore generale dell’ente Stefano Ilari e ai presidenti di tutte le commissioni, denuncia firme nei registri delle presenze da parte di politici, che poi non prenderebbero parte alle sedute. In questo modo, riuscirebbero ad ottenere lo stesso il pagamento del gettone di presenza di 62 euro lordi pur non essendo presenti effettivamente nelle commissioni.

Questa lettera ha avuto l’effetto di un terremoto. Il segretario generale Antonello Langiu ha convocato ieri in tarda mattinata una riunione urgente con tutti i segretari delle commissioni per verificare l’attendibilità della denuncia anonima. Denuncia, tra l’altro, ben circostanziata, probabilmente scritta da qualcuno che è al corrente della situazione all’interno delle commissioni. L’autore avrebbe delle prove in mano. In un passaggio, infatti, si parla di riprese effettuate con una telecamera in cui si vedrebbero alcuni politici intenti a firmare i registri fuori sede dinanzi a segretari compiacenti. Ma ecco cosa c’è scritto nella lettera.

«Il vostro ruolo», dice l’anonimo rivolgendosi ai politici, «dovrebbe avere lo scopo di portare benessere e ridare speranza a centinaia di giovani senza lavoro. Purtroppo non è così. Alcuni politici “miserabili” con il loro comportamento disonesto ledono la dignità di coloro che invece sono onesti, di molti laureati che con il massimo dei voti ottenuti lavorano anche per 5 euro l’ora nei call center e bisogna anche dire per fortuna».

Da qui la denuncia: «Segnaliamo che, con la complicità di alcuni segretari di commissioni consiliari, alcuni politici firmano fuori dalla sede comunale le loro presenze mai fatte nelle commissioni al fine di ottenere il gettone di presenza». Quindi, registri delle presenze firmati addirittura al di fuori delle commissioni, probabilmente dopo che si sono svolte le sedute.

L’autore della lettera sostiene di avere in proposito delle prove e sarebbe pronto a consegnarle alla procura. «Seguiranno», si legge, «riprese di alcuni politici e segretari di commissione effettuate appositamente da tempo che verranno fatte recapitare in procura. Chi è onesto indagherà su quanto denunciato. È ora che queste persone escano allo scoperto». Le accuse, poi, si fanno ancora più pesanti contro i politici «disonesti» e contro i dipendenti comunali che consentirebbero questo andamento. Stando a quanto denunciato i reati ipotizzati spazierebbero dal falso, alla truffa, sino al peculato.

Ma è possibile che accada tutto ciò in Comune? Non è la prima volta, tuttavia, che emergono casi del genere. Si è parlato anche in passato di consiglieri che approfitterebbero della carenza di controlli per firmare il registro delle presenze nelle commissioni per poi andare via subito dopo senza assistere alle sedute. Tra l’altro, il regolamento dell’ente consente ai consiglieri, che firmano solo in prima convocazione i registri, di ottenere lo stesso i gettoni di presenza pur non partecipando alle sedute che si svolgono praticamente sempre in seconda convocazione. Il consigliere di Centro democratico Adelchi Sulpizio ha presentato due anni fa una proposta di delibera per cancellare le doppie sedute dalle commissioni, in modo da evitare il pagamento dei gettoni a chi non partecipa. Ma il provvedimento non si è più discusso.

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