CAMPO IMPERATORE

Gran Sasso in fiamme, l’ok al mega raduno con un’istruttoria di 8 righe 

Rogo e verbali, ecco i documenti dell'indagine del Parco Gran Sasso sull'incendio che ha devastato la montagna: il Centro pubblica le carte. La Camera di commercio aveva assicurato i controlli a Fonte Vetica

L’AQUILA. Il 3 giugno la Camera di Commercio dell’Aquila chiede l’autorizzazione al Parco. E si impegna ad assicurare il controllo e la sorveglianza durante il Raduno degli ovini a Campo Imperatore. Un mese dopo, il Parco chiude l’istruttoria: sono appena otto righe. Il 5 luglio l’autorizzazione viene rilasciata con quattro prescrizioni. Non una di più.
Ma nelle precedenti edizioni le regole da rispettare erano dieci. Le carte dell’indagine interna, ordinata dal presidente del Parco del Gran Sasso Monti della Laga, Tommaso Navarra, e che Il Centro pubblica, aiutano a fare chiarezza su presunte inefficienze e responsabilità che hanno preceduto il mega raduno a Campo Imperatore: 30mila persone affluite il 5 agosto sul Gran Sasso prima che il rogo distruggesse 300 ettari. Ma sia Navarra che il direttore del Parco, Domenico Nicoletti, respingono le accuse. E il secondo, scarica le responsabilità sulla Camera di Commercio dell’Aquila, l’ente organizzatore. Che il 3 giugno ha chiesto l’autorizzazione a farlo.

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PRIMO ATTO. Porta la firma di Lorenzo Santilli, presidente dell’ente camerale. Sono due pagine in cui viene garantito, tra le altre cose, che le aree di parcheggio «saranno opportunamente delimitate ed il controllo e la sorveglianza verranno affidati ad una associazione di comprovata esperienza». Santilli, nel documento, prevede un’affluenza di seimila autovetture. Ma assicura che «tutti i luoghi interessati alla manifestazione saranno delimitati con paletti, fettucce e corde e verrà altresì predisposta idonea segnaletica».
LA VERIFICA. E’ datata 3 luglio ed è firmata da Renato Di Donato di Isola del Gran Sasso. In otto righe, il dipendente del Parco esaurisce l’istruttoria, verificando le garanzie fornite dalla Camera di commercio: «L’organizzazione - scrive - prevede spazi espositivi e parcheggi collegati da bus navetta. Gli automezzi autorizzati a portarsi in loco sono quelli legati alla sicurezza, organizzazione, espositori e autorità, per un numero di circa 100 mezzi. Saranno dislocati bagni chimici, le località interessate saranno ripulite dopo la conclusione». Ma non si leggono riferimenti alla sorveglianza né a chi sarebbe stata affidata.

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MA ARRIVA IL SI’. A firmare l’autorizzazione, rilasciata il 5 luglio, sono il direttore Nicoletti e il responsabile d’area, Alfonso Calzolaio. Quattro le prescrizioni imposte alla Camera di commercio: che sia prevista la gestione delle aree di sosta con idoneo personale; che non si arrechi disturbo alla flora e alla fauna nelle aree interessate dalle riprese (quali riprese? ndr); che vengano rimossi i cartelli segnaletici e ripristinati i luoghi, dopo la manifestazione.
ERANO PIU’ ESIGENTI. In passato l’ente Parco non faceva sconti. L’autorizzazione, come dimostra uno dei documenti che pubblichiamo, prevedeva dieci condizioni. Le più importanti: «Che siano informate le Forze dell’Ordine e la prefettura in merito alla necessità di predisporre un controllo sulle strade d’accesso a partire da 24 ore prima dell’inizio della manifestazione. E che l’accesso sia limitato esclusivamente agli autoveicoli per la rassegna».
PARLA IL DIRETTORE. Secondo Nicoletti: «Nella nota di richiesta di autorizzazione è ben specificato che la Camera di commercio si sarebbe occupata di affidare a un’associazione di comprovata esperienza il controllo e la sorveglianza, anche per quanto attiene le misure antincendio. Noi diamo le autorizzazioni sulla base di atti che ci vengono consegnati. Sulla base della richiesta di autorizzazione la responsabilità è della Camera di commercio. Gli atti amministrativi vengono firmati dopo un’istruttoria molto approfondita da una struttura ad hoc del Parco del Gran Sasso, c’è una procedura molto rigida».
«SONO SCIACALLI». Per il presidente Navarra: «L’incendio sarebbe da ricondurre a persone che non avevano alcuna attinenza con la fiera. Il danno è significativo: 300 ettari di cui un quarto di bosco di pini piantati negli anni 40. C’è necessità di un intervento urgente. Come linea d’indirizzo», prosegue Navarra, «abbiamo provveduto a destinare gli interi fondi a nostra disposizione per il ripristino dell’area. Nel Parco operano 104 carabinieri forestali per un territorio di 150mila ettari: poco personale, di cui un quinto impiegato il giorno della rassegna. L’ente», dice ancora il presidente, «dovrà valutare la possibilità di dotarsi di strutture autonome che affianchino i forestali. Anche se in materia antincendio questi non hanno più alcuna competenza. Quanto alle dimissioni dei vertici del Parco», conclude Navarra, «sono state chieste con toni molto duri che impongono una risposta chiara: gli sciacalli, in questi momenti, si fanno sempre sentire: parole dure che arrivano da persone che si conoscono e che sanno il valore dal punto di vista umano e la sofferenza che, chi vi parla, in questo momento sta vivendo. Io sto invece operando e sono a disposizione del mio ente, mi assumo le mie responsabilità. Non ho rilasciato io l’autorizzazione e non c’è collegamento tra l’incendio e la rassegna».

(ha collaborato Marianna Gianforte)