I genitori del 22enne ucciso dal terremoto di Amatrice: "Grazie ai medici di Pescara"

Il ragazzo morto all’ospedale una settimana dopo il sisma: medici e infermieri raccolgono fondi per aiutare la famiglia. Il circolo sardo Dimonios: "È stato come vedere morire un nostro figlio a soli 22 anni"

PESCARA. Nelle ore strazianti del dolore e del vuoto per la perdita di un figlio, hanno voluto ringraziare i medici e gli infermieri del reparto di Rianimazione.

Poche parole ma sincere, pronunciate con il cuore in mano da Mario Sanna e da sua moglie Stefania Ciriello che per sette lunghi giorni hanno coltivato la speranza di riabbracciare il figlio Filippo, studente di 22 anni estratto vivo dalle macerie di Amatrice e trasportato all'ospedale civile di Pescara. Il giovane è deceduto mercoledì mattina dopo una settimana di agonia, durante la quale gli sforzi dell'intero reparto si sono concentrati su quel ragazzo dalle radici sarde ma che studiava Ingegneria all'Aquila.

Dall'appartamento di famiglia, crollato nella notte del 24 agosto sotto la furia distruttiva della prima scossa delle 3,36, si sono salvati i genitori e i due fratelli più piccoli, Ilaria di 15 anni, ricoverata per qualche giorno a Pediatria e poi dimessa, e Riccardo di 19 anni. Filippo, che avrebbe compiuto 23 anni il 15 ottobre prossimo, è stato trovato dai soccorritori quattro ore dopo il sisma, già in gravissime condizioni.

A Pescara è stato sottoposto a due interventi, ma negli ultimi tre giorni le sue condizioni si erano complicate.

Oggi pomeriggio, a Chieti, ci sarà l'autopsia di rito disposta dalla Procura della Repubblica e successivamente la salma potrà essere spostata a Rieti per i funerali e la sepoltura. La famiglia ha nominato un consulente di parte.

«Le lesioni erano talmente profonde che non ci era rimasto molto da fare», ammette Tullio Spina, direttore dell'unità operativa di Rianimazione allo Spirito Santo, «abbiamo tentato l'impossibile, ma la medicina a volte ha dei limiti. Ogni giorno ho informato personalmente la famiglia Sanna sugli sviluppi, si è instaurato un ottimo rapporto. Loro ci hanno tenuto a ringraziarci tutti, medici e infermieri, perché hanno capito che è stato fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità».

La risposta del personale dello Spirito Santo è stata corale: una raccolta fondi partita dai camici bianchi e poi condivisa dagli altri specialisti della Rianimazione per donare un pensiero a quella famiglia gentile e discreta che nella notte del 24 agosto ha perso casa e affetti.

La stessa solidarietà è arrivata dai rappresentanti pescaresi del circolo culturale sardo Dimonios che fin dai primi giorni si sono stretti intorno ai Sanna condividendone il dolore e offrendo loro anche una casa accanto all'ospedale in cui poter dormire. Il papà, Mario, 55 anni, rappresentante di commercio, ha trascorso la sua giovinezza a Nuoro, mentre la madre Stefania è medico di base ad Amatrice e presidente dell'Avis.

«Speravamo», spiega la presidente Emily Congiu, «di poter festeggiare tutti il ritorno a casa di Filippo, ma non sapevamo che i progetti di Dio erano altri. È stato come vedere morire un nostro figlio a soli 22 anni. Tutto questo è straziante, non ci sono parole per descrivere la sofferenza. Ci eravamo offerti anche di pagare le spese dei funerali, ma non è stato necessario perché rientra nelle spese messe a disposizione per l'emergenza terremoto».

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