I giudici negano la patente a Ballone «Prenda l’autobus» 

L’ex della banda Battestini, sorvegliato speciale, si è visto sospendere il documento di guida per le sue frequentazioni

PESCARA. Massimo Ballone, 58 anni, da sempre ritenuto dagli investigatori uno degli ispiratori della famosa banda Battestini, che imperversò tra Abruzzo e Marche alla fine degli anni 80, non potrà riavere la sua patente di guida.
Se avrà necessità di spostarsi, potrà «avvalersi dei mezzi pubblici di trasporti», insomma, dovrà prendere il bus. Lo hanno deciso i giudici del Tribunale amministrativo di Pescara che hanno rigettato il ricorso di Ballone, che chiedeva la sospensiva del provvedimento di revoca della patente di guida emesso dalla questura di Pescara nel maggio dello scorso anno.
Nello spiegare succintamente la loro decisione, i giudici del Tar scrivono: «Rilevato che sul presupposto provvedimento di revoca della patente di guida, in applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale, pende giudizio innanzi il Tribunale civile dell'Aquila, e considerato che le esigenze cautelari rappresentate, ivi compresa la circostanza dell'imminente necessità di ricovero ospedaliero della moglie, non appaiono inscindibilmente legate all'uso della patente di guida, ben potendo l'istante avvalersi dei mezzi pubblici di trasporto e/o soluzioni alternative come l'ausilio di un terzo conducente, respinge la domanda cautelare». Dunque niente patente, per ora, per Ballone. Come si diceva, questo provvedimento della questura di Pescara è strettamente legato alla sua posizione di sorvegliato speciale: provvedimento prima respinto e poi, successivamente, in base a nuovi elementi portati dagli investigatori, accordato dai giudici del tribunale di Pescara. Massimo Ballone, che ha una lunga storia nel mondo della malavita locale, che ha passato 28 anni in carcere, con sette di carcere duro, che nel suo palmares conta tre evasioni e una latitanza finita in Venezuela nel 1998, e che nel suo percorso carcerario è riuscito a prendersi una laurea e a scrivere un libro, presentato peraltro alla Bocconi, si ritrova questo provvedimento di sorvegliato speciale non perché abbia commesso altri fatti di cronaca, ma per le sue conoscenze e cattive frequentazioni, secondo i giudici.
«La misura si fonda», scrissero i giudici, «solo sulla frequentazione con soggetti dediti ad attività illecite senza che si rilevino ipotesi specifiche di reato a suo carico». Ballone è sempre stato al centro delle attenzioni di inquirenti e investigatori. Venne sfiorato da alcune importanti indagini uscendone però sempre indenne. Venne sospettato di essere coinvolto nell'omicidio di Italo Ceci, altro membro della banda Battestini, ma anche qui non vennero trovate prove a suo carico. Nell'aprile del 2013, venne coinvolto in un'altra importante indagine della mobile di Teramo che arrestò quattro persone (Andrea Caporaletti, Davide Galullo, Alesandro Marini ed Enrico Martella) per associazione per delinquere finalizzata al possesso di armi e alla pianificazione di rapine.
Ma anche in questo caso ne uscì con una archiviazione in quanto gli inquirenti non riuscirono a trovare elementi tali da incastrarlo. Ma a farlo finire sotto sorveglianza speciale fu la classica buccia di banana: la frequentazione con uno dei quattro arrestati, Andrea Caporaletti, peraltro padrino del figlio di Ballone. Furono le centinaia di contatti che Ballone ebbe per sei mesi con Caporaletti a metterlo nei guai. Episodi e frequentazioni con soggetti pregiudicati che, uniti alla sua lunga storia malavitosa, indussero i giudici del tribunale a rilevare la sua pericolosità sociale e a far scattare quindi il provvedimento di sorvegliato speciale. Ed è per questo stesso motivo che oggi, se vorrà spostarsi in città, al di fuori delle restrizioni imposte dal provvedimento, dovrà prendere il bus.
©RIPRODUZIONE RISERVATA