I medici di base alla Regione: regole chiare sulle vaccinazioni 

Chiesto un incontro per fissare i protocolli di sicurezza per gli anziani, 25mila nel Pescarese

PESCARA. «Siamo disponibili a fare le vaccinazioni anti Covid alla popolazione, a cominciare da quella anziana e più fragile, ma servono regole chiare sulle modalità di prenotazione, sulla data di effettuazione della vaccinazione, sulla dislocazione e accesso ai centri vaccinali».
Dopo le battaglie dei mesi scorsi sul reperimento delle dosi antinfluenzali e dei tamponi rapidi, i medici di base (1300 in Abruzzo, 260 tra Pescara e provincia) aderenti a tre sigle sindacali, Silvio Basile, Smi (Sindacato medici italiani); Nicola Grimaldi, Snami, (Sindacato nazionale autonomo medici italiani) e Franco Pagano, Fimmg (Federazione italiana medici di Medicina generale) tornano all’attacco sui vaccini per sconfiggere il coronavirus. Sono 104mila, di cui 25mila tra Pescara e provincia, secondo dati Istat, gli ultra80enni interessati a questa fase della campagna vaccinale (finora sono state inoculate 4500 dosi al personale sanitario di ospedali e strutture private e ospiti di Rsa, i richiami sono previsti tra il 23 e 24 gennaio) e 300mila le persone tra i 60 e i 79 anni, oltre ad una serie di altre categorie a rischio.
I medici di famiglia «denunciano ritardi nella programmazione ed organizzazione della somministrazione dei vaccini anti Covid sul territorio abruzzese» e chiedono ai vertici regionali di aprire un tavolo per la discussione dei protocolli di intervento delle vaccinazioni da fare, eventualmente, anche a domicilio. Oppure nei laboratori medici o nelle sedi comunali già operative ma da attrezzare con ambulanze, frigoriferi speciali per la conservazione dei vaccini a temperature molto basse e postazioni di prima emergenza in caso di effetti collaterali sul paziente, nell’immediatezza della somministrazione. Sono ancora tanti i dubbi da sciogliere nel giorno, oggi, della partenza ufficiale della piattaforma regionale sanita.regione.abruzzo.it, che consente agli over 80 di manifestare l'interesse alla vaccinazione di massa che, presumibilmente, sarà avviata a febbraio, non appena saranno pervenute le prime richieste da parte dell’utenza. In una nota inviata ai vertici regionali, le organizzazioni sindacali dei medici scrivono: «A giorni bisognerà dare inizio alla vaccinazione dei soggetti ultra ottantenni (circa 104.000) a cui farà seguito la vaccinazione dei soggetti di età compresa tra i 60 e i 79 anni (circa 300.000), senza dimenticare soprattutto i soggetti fragili, con comorbilità, i non trasportabili nelle eventuali sedi vaccinali organizzate dalle Asl: come pensa la Regione Abruzzo di raggiungere questo obiettivo?». «Altre regioni come Lombardia e Emilia Romagna», proseguono, «hanno già provveduto a coinvolgere i medici nella campagna trovando le opportune soluzioni ai problemi di sedi vaccinali, di soggetti vaccinatori, di sicurezza e distribuzione del vaccino». La preoccupazione dei professionisti è l’incalzare dei pazienti che chiedono di fare il vaccino. «Non possiamo cosa rispondere loro», ammettono i vertici delle tre sigle. E continuano: «Abbiamo sempre dato la nostra disponibilità piena, con impegno e dedizione, ai nostri assistiti», ma «non vogliamo che si ripeta quanto accaduto per la vaccinazione antinfluenzale durante la quale tanti cittadini, seppur in buona fede, hanno addossato la responsabilità, che era di altri, della mancata vaccinazione ai medici di famiglia. Non vorremmo assistere ancora una volta alle numerose telefonate di cittadini che si rivolgono per informazioni ai propri medici che, ignari delle decisioni assunte dalla regione e dalle Asl, debbano rispondere «non lo so». Dunque la richiesta alla Regione e Asl: «Vogliamo indicazioni chiare e precise da dare alla cittadinanza sulle modalità di prenotazione, sulla data di effettuazione della vaccinazione, sulla dislocazione e l’accesso ai centri vaccinali».
Sostengono, i medici: «Vogliamo liberarci al più presto del flagello di questa pandemia e c’è bisogno del nostro aiuto, noi che siamo nella trincea quotidiana di tanti assistiti, altrimenti la campagna rischia il fallimento». Altra questione sollevata dai medici di base è la modalità di utilizzo dei vaccini che dovranno, con ogni probabilità, essere trasferiti dall’ospedale, dove si svolgono le regolari vaccinazioni, quindi in un ambiente protetto e pronto alle emergenze, ai centri vaccinali da predisporre. I vaccini già disponibili sono Pzifer-BioNtech conservati a meno 70-75 gradi e Moderna a meno 20 gradi per 6 mesi. Astrazeneca è il favorito perché più facile da conservare ad una temperatura che si attesta sugli 8 gradi, ma non è ancora disponibile. La Regione, infine, mette a disposizione alcuni numeri di telefono:0854253201-0859218691/692/693 da contattare dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 17 per avere informazioni sulle prenotazioni dei vaccini anti Covid. Si consiglia di avere a disposizione la tessera sanitaria. ©RIPRODUZIONE RISERVATA