I sindacati: verificare i risultati dello staff

Le parti sociali non si schierano nella polemica che divide Chiodi da Costantini (Idv)

PESCARA. «E' necessario capire perché i costi della politica regionale siano aumentati tanto. Se è servito a fare l'interesse dell'Abruzzo va bene, ma aspettiamo di verificare i risultati». Sindacati e associazioni di imprese non se la sentono di prendere posizione sui costi per pagare staff e portaborse, intanto la Rsa dell'Arssa lancia l'allarme sui dipendenti delle agenzie soppresse.

Parti sociali attendiste sulla polemica che divide il capogruppo dell'Italia dei valori, Carlo Costantini - che parla di costi quasi raddoppiati (da poco meno di 2 milioni nel 2009 agli oltre tre milioni stimati entro la fine dell'anno) - dal governatore Gianni Chiodi, che nega su tutta la linea la semplice ipotesi di un aumento delle spese. Per il segretario Cisl Abruzzo, Maurizio Spina, «prevedere in questa fase un aumento dei costi di gestione certamente non è un segnale positivo. Ci auguriamo che gli aumenti, qualora confermati, siano stati almeno spesi per portare avanti attività utili all'Abruzzo».

Il vicepresidente di Confindustria, Paolo Primavera, ritiene «necessario un piano di riconversione generale concentrandosi soprattutto sui livelli di efficienza degli uffici. Eviterei di soffermarmi sulle polemiche», afferma Primavera, «farei piuttosto un report sulla Regione Abruzzo per individuare settori e costi improduttivi, che andrebbero quindi completamente eliminati». Elude la polemica anche Graziano Di Costanzo, direttore della confederazione dell'artigianato (Cna). «E' giusto che la giunta si doti di competenze», dice, «anche se in tempo di crisi è importante che tutti contribuiscano a contenere le spese. In ogni caso, aspettiamo di verificare i risultati». Parole più dure dal direttore di Confartigianato, Daniele Giangiulli, che definisce «vergognoso l'aumento dei costi, perché la politica dovrebbe essere la prima a dare il buon esempio».

Ma mentre ci s'interroga sui costi e l'efficienza della burocrazia regionale, la rappresentanza sindacale dell'Arssa, agenzia regionale agricola soppressa dall'elenco degli enti strumentali, apre un nuovo fronte di grande preoccupazione paventando la precarizzazione di 300 dipendenti pubblici ancora in attesa di essere inseriti nei ruoli dell'amministrazione regionale.

La rappresentanza sindacale accusa infatti alcuni dirigenti regionali di tracciare, in modo strumentale, «conti economici non veritieri sui costi dell'operazione, perché il passaggio dei lavoratori Arssa nella giunta regionale e nella dotazione della direzione Agricoltura, da attuarsi entro il 2011, comporta un'economia complessiva di circa 189mila euro. Questo provvedimento, peraltro, non riduce soltanto i costi di gestione ma ottimizza la funzionalità nel settore agricoltura, migliora i servizi offerti al mondo agricolo e permette di spendere completamente i fondi comunitari che altrimenti rischierebbero di essere persi, questo sì con danno economico molto grave e non sopportabile dall'Abruzzo».

Per i rappresentanti sindacali è forte l'allarme, e non vi è dubbio che i presunti maggiori costi, prospettati per rallentare il passaggio dei dipendenti Arssa alla regione, «sono frutto di conteggi falsi, la cui diffusione è finalizzata a difendere privilegi e aspirazioni feudali di pochi dipendenti regionali: avanzamento di livello, incarichi di capo ufficio e incarichi dirigenziali». (cr.re.)

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