Il caso Trisi torna in consiglio: è ancora scontro in Comune 

Il Pd denuncia: «Avviato un procedimento disciplinare  contro un dirigente ma nessuna azione verso l’architetto»

PESCARA. Il caso Trisi torna in consiglio comunale e si riapre la polemica politica. Nella seduta di mercoledì prossimo, con inizio alle ore 11, si parlerà ancora dell’ex dirigente ai Lavori pubblici Fabrizio Trisi, arrestato il 12 giugno scorso nell’inchiesta “Tana delle tigri” su appalti del Comune, tangenti e un giro di cocaina: Trisi è ancora agli arresti domiciliari per corruzione, peculato, turbativa d’asta e spaccio di cocaina; gli altri arrestati sono l’imprenditore Vincenzo De Leonibus e i presunti spacciatori Vincenzo Ciarelli e Pino Mauro Marcaurelio.
SCONTRO POLITICO A riportare il caso in consiglio, per la terza volta in un mese, è il Pd con un’interrogazione in cui si allunga il sospetto di un eventuale trattamento privilegiato nei confronti di Trisi assicurato dai vertici dell’amministrazione Masci. Dal giorno dell’arresto di Trisi, il Pd chiede a ripetizione le dimissioni del sindaco Carlo Masci: l’architetto Trisi è vicino a Forza Italia, tanto da pubblicare sulla sua pagina Facebook le foto delle gite a Roma per partecipare alle manifestazioni del partito e della campagna elettorale di Masci; lo stesso Trisi ha guidato i Lavori pubblici anche con il sindaco di Forza Italia Luigi Albore Mascia e a Pianella con il centrodestra al governo. Manca meno di un anno alle elezioni comunali del 2024 e il caso Trisi sarà di certo uno dei fronti della campagna elettorale.
DUE PESI DUE MISURE? L’interrogazione, che sarà presentata dal capogruppo Dem Piero Giampietro, rivela che in passato un altro dirigente comunale era stato sottoposto a procedimento disciplinare su richiesta dell’assessore Mariarita Carota, pare per dissidi nelle pratiche dei cimiteri: Carota aveva chiesto al direttore generale Pierluigi Carugno un intervento di «avocazione e ricollocazione dell’obiettivo»; poi, la stessa Carota aveva richiesto ancora «con estrema sollecitudine, ogni e qualsivoglia iniziativa necessaria» fino a quando Carugno aveva accertato «la condotta inadempiente». Ora con l’interrogazione il Pd chiede: perché lo stesso non è stato fatto per Trisi, nonostante le «numerose segnalazioni» fatte proprio dal Pd con una lettera riservata a Masci? Il documento dice che «a seguito della conclusione del procedimento disciplinare, il direttore generale ha irrogato al dirigente la sanzione disciplinare della sospensione dal servizio con privazione della retribuzione nella misura di 15 giorni».
LE PAROLE DI MASCI Ma perché il Pd lega due storie all’apparenza diverse? Nel consiglio del 26 giugno, il primo sul caso Trisi, il sindaco Masci aveva dichiarato testualmente: «Il sindaco non aveva alcun potere di intervenire sul dipendente comunale (Trisi) come prevede la legge Bassanini; nessun sindaco poteva intervenire in nessuna situazione». Riportando proprio questa dichiarazione di Masci nell’interrogazione, adesso il Pd attacca e chiede «se risultano da parte del sindaco o degli assessori ai Lavori pubblici, Manutenzione e Impianti sportivi azioni nei confronti del dirigente Fabrizio Trisi. In caso di assenza di richieste similari, anche alla luce delle numerose segnalazioni giunte formalmente dai gruppi di minoranza, se il sindaco e gli assessori competenti, per quanto concerne le deleghe di cui sono titolari, ritengano che i risultati dell’azione del dirigente ai Lavori pubblici, alla Manutenzione e allo Sport Trisi, ad eccezione dei casi oggetto di indagine, non necessitasse la richiesta di attivazione delle procedure regolamentari presso la direzione generale o l’ufficio Procedimenti disciplinari, come avvenuto invece per l’altro dirigente».