Il Pescara crolla, svanito l'effetto Zeman

All'Adriatico il Pescara sprofonda e l'Udinese cala il tris. I Rangers per protesta restano fuori. Sebastiani contro Iannascoli: "Non parlo più di cessione"

PESCARA. È durato poco l’effetto-Zeman a Pescara. L’euforia per l’arrivo in panchina del boemo si è fermata al 5-0 al Genoa, poi tre sconfitte di fila compresa questa - pesantissima - contro un’ Udinese che Delneri ha saputo rimodellare e motivare. I friulani la settimana scorsa avevano anche fermato la Juve sul pari ma non vincevano dal 29 gennaio, quando si imposero 2-1 sul Milan. All’Adiatrico finisce 1-3 e sembra un film già visto troppe volte quest’anno. A spianare la strada all’ Udinese il solito Zapata che dopo 21’ spegne gli entusiasmi di un Pescara volenteroso ma poco concreto che pure sembrava nel suo momento migliore. Hallfredsson scambia corto con Jankto, che prova il cross al centro dell’area di rigore: il colombiano, lasciato colpevolmente solo, incorna bene di testa e supera Bizzarri. La partita si anima perché il Pescara non ci sta e sfiora il pari con un colpo di testa di Cerri su cross di Benali e perchè l’ Udinese non si limita a difendere e per poco non raddoppia con De Paul, ben servito da Zapata di testa, che manda di pochissimo a lato.

Si ricomincia e le speranze degli abruzzesi di rimettere in piedi la gara si smontano subito. Dopo 5’ l’ Udinese colpisce con un sinistro di Jankto, su suggerimento di Halfredsson e per la squadra di Zeman è notte fonda. Arriva anche il terzo gol all’11’ quando Jankto, scappato sulla corsia sinistra, serve al centro dell’area di rigore Thereau: il tiro viene deviato da Bovo, ma il pallone finisce in rete. Game over. Nel finale l’ Udinese sostituisce il portiere Karnezis, infortunatosi in uno scontro con Cerri, con Scuffet e il Pescara trova il gol della bandiera con Muntari ma ormai per lei la serie B è una certezza.

Prima della partita, il presidente del Pescara Daniele Sebastiani ha convocato una conferenza stampa urgente per parlare della vendita della società: «Non parlerò da oggi più di cessione del Pescara. Il discorso per quanto mi riguarda è chiuso. Per me l'operazione vendita delle quote a Iannascoli si chiude qui. Non sono interessato e non lo sono più. Poiché continuerò a cercare soci importanti per fare grande il Pescara, per la parola che ho dato, lo chiamerò per mostrargli un'offerta che e se arriverà, anche se da statuto neanche sono tenuto a farlo». Parole chiarissime per annunciare la chiusura di ogni trattativa con l'ex amministratore delegato e attuale socio di minoranza del club biancazzurro Danilo Iannascoli.

«Ho convocato questa conferenza stampa per fare chiarezza e spiegare un aspetto che mi sta dando fastidio, rispetto all'offerta del socio Iannascoli. Io vorrei cristallizzare la questione e dire che l'offerta di Iannascoli, che riguarda il 70%, è di fatto di tre milioni di euro. I bonus (con cui si arriverebbe ad un totale di 9 milioni) evidenziati da Iannascoli non attengono a quello che è stato fatto ma ad uno sviluppo futuro ed a condizioni potestative. Le condizioni dei bonus sono riferite al lavoro che lui dovrebbe fare e noi subire. Parliamo di una cosa irrealizzabile su cui nemmeno ragionare». Sebastiani ha poi aggiunto: «La cosa che mi ha dato fastidio è anche quella relativa a voci sulla situazione debitoria della società. Il Pescara non ha dieci milioni di debiti. Bisogna evitare di fare girare voci non vere e che questa maggioranza sta rifiutando 19 milioni di euro, ovvero i 9 milioni che Iannascoli dice di avere offerto, ma in caso di permanenza in serie A e i 10 milioni di presunti debiti che lui si accollerebbe, ma che non ci sono. Il valore di una società di calcio - ha spiegato il massimo dirigente biancazzurro - è aleatorio perché oggi può essere di dieci e domani di cento». «Siamo arrivati a questo punto dopo la partita con la Lazio, quando al novantunesimo dissi che se c'era qualcuno ero disposto a vendere e non a svendere. Io non voglio che venga svilito il lavoro fatto. Non si può gettare fango sul Pescara. Se c'è una società in regola con gli stipendi, con le banche e con i procuratori, questa è il Pescara. Noi abbiamo solo un debito tributario, come molte società, che stiamo pagando trimestralmente, e che contiamo di estinguere al più presto».

PESCARA (4-3-3): Bizzarri; Zampano, Stendardo (7’ pt Fornasier), Bovo, Biraghi; Memusahj, Bruno, Verre (1’ st Muntari); Benali, Cerri, Mitrita (19’ st Kastanos). A disposizione: Fiorillo, Crescenzi, Brugman, Muric, Cubas, Milicevic. Allenatore: Zeman.

UDINESE (4-3-3): Karnezis (33’ st Scuffet sv); Widmer, Angella, Danilo, Samir; Badu, Hallfredsson (25’ st Kums), Jankto; De Paul, Zapata, Thereau (28’ st Gabriel Silva sv). A disposizione: Perisan, Perica, Matos, Ali Adnan, Heurtaux, Ewandro, Balic. Allenatore: Delneri.

ARBITRO: Celi di Campobasso 6.

RETI: 20’ pt Zapata, 5’ st Jankto, 10’ st Thereau, 38’ st Muntari.