Il rettore: sì all’università al Cofa ma ancora non esistono progetti 

Caputi si tiene distante dalle polemiche politiche: «Vogliamo solo il meglio per gli studenti pescaresi» Poi propone una struttura di tre piani con la forma di una nave stilizzata: «Ma non sia un ecomostro»

PESCARA. «Vogliamo fare qualcosa di bello per la città, ma al momento non esiste alcun progetto, solo un'idea embrionale supportata dalla volontà da parte dell'università di offrire una sede più fruibile agli studenti». È il rettore Sergio Caputi a fare chiarezza sulla posizione dell'università Gabriele d'Annunzio in merito alla realizzazione di un campus nell'area dell'ex Cofa, finita al centro dello scontro politico tra le forze di maggioranza e di opposizione, alle prese in consiglio comunale, con la discussione sull'aggiornamento del documento unico di programmazione 2019-2021.
Con la proposta di un'università del mare, l'ateneo intende migliorare la qualità della vita per i quindicimila studenti della sede pescarese e al tempo stesso riqualificare un'area di pregio per la città, abbandonata da almeno 25 anni. A solleticare l'attenzione del rettore Caputi sull'area dell'ex mercato ortofrutticolo è stato un articolo, pubblicato dal Centro il 14 giugno 2018, nel quale si dava notizia dell'intenzione della Regione, con l'allora governatore Luciano D'Alfonso, di voler vendere 27 immobili per 27 milioni e 253.963 euro.
13 MILIONI Tra essi appariva proprio l'ex Cofa, a cui era stato attribuito il valore economico più impegnativo nell'elenco dei 27, pari a 13 milioni di euro. «Quando lessi quell'articolo», ricorda Caputi, affiancato dal direttore generale Giovanni Cucullo, «ho pensato che quell'area poteva essere adatta alla realizzazione di un campus universitario. Ho avviato così un dialogo per capire se fosse possibile studiare un progetto adeguato per quella zona, sia con la precedente amministrazione, (guidata dal sindaco Marco Alessandrini) che si era dimostrata aperta al dialogo, sia con l'attuale Giunta che sta evidenziando un grande entusiasmo». La Giunta Masci, infatti, ha inserito nella proposta di delibera di aggiornamento del Dup, proprio la realizzazione di un ateneo nell'area ex Cofa, che ha scatenato un acceso scontro con le opposizioni. «Mi spiace», ha aggiunto Caputi, «che questo studio si sia trasformato in un ring tra le forze politiche, tanto più che siamo ancora in una fase di dialogo e non abbiamo deliberato nulla. L'università è un ente che ha una sua autonomia gestionale e dipende da un ministero. Non siamo qui per fare le parti politiche dell'uno o dell'altro e stare al centro di polemiche che non ci riguardano, vogliamo andare d'accordo con tutti, soprattutto con i territori che ci ospitano. Ritengo tuttavia che i 15mila studenti che frequentano la sede di Pescara abbiano il diritto di avere il meglio che l'università gli possa offrire».
IL SOGNO Il sogno che coltiva il rettore è quello di una struttura al massimo di tre piani, «che abbia la forma di una nave stilizzata. Un'opera bella, sviluppata attraverso un progetto di idee, condiviso con la città. Di certo non un ecomostro», dichiara Caputi, «Non mi sognerei mai di proporre alla città in cui vivo qualcosa di deturpante, che possa rovinare l'ambiente o il territorio. Se dovessimo avere questo sospetto, allora l'università di Pescara rimarrà nella sua attuale sede». Diversi ancora i nodi da sciogliere per concretizzare la fattibilità e la sostenibilità della realizzazione dell'università del mare al posto dell'ex Cofa, a cominciare dai metri quadrati a disposizione. L'area nella disponibilità del Comune non sarebbe sufficiente per la realizzazione di un campus, perciò sarà necessario il coinvolgimento della Camera di Commercio.
TERRENO FRAGILE Ma c'è anche un altro aspetto che preoccupa il numero uno dell'ateneo di Chieti-Pescara, ossia quello delle condizioni geologiche del terreno. «Per la realizzazione di Pindaro 2 nelle adiacenze dell'attuale sede», ricostruisce il rettore, «era stato redatto un progetto, ma da un secondo esame da parte del provveditorato alle opere pubbliche della Regione, l'area è risultata troppo fragile geologicamente, bloccando di fatto tutto. Crediamo che la zona dell'ex Cofa, su cui dobbiamo ancora condurre le indagini geologiche, sia valida anche per mettere a sistema un luogo che è francamente inutilizzato, attraverso una connessione tra porto turistico e università».
VIALE PINDARO Caputi ha poi evidenziato le differenze tra l'ateneo pescarese di viale Pindaro e il campus di Chieti. «Non vado fiero della sede di viale Pindaro e ritengo che il divario con il campus di Chieti sia troppo profondo. A Chieti gli studenti hanno aule, spazi, verde, un percorso vita per camminare. Qui a Pescara, invece, vi sono numerose problematiche e molti disagi sui quali stiamo ponendo rimedio attraverso degli investimenti che saranno utili per gli studenti che resteranno qui ancora per diversi anni, a prescindere da come si evolveranno le cose, ma anche per valorizzare l'immobile per una eventuale futura vendita». Sono infatti in corso alcuni interventi sugli impianti di condizionamento e riscaldamento, per l'eliminazione delle barriere architettoniche e per la digitalizzazione delle aule.