Inchiesta sanità, spuntano altri indagati 

Nell’indagine la consigliera leghista Bocchino e l’ex parlamentare Di Stefano. Perquisizione a Valentini, dirigente della Tua

PESCARA. Si allarga a macchia d’olio l’inchiesta sulle attività dell’imprenditore della sanità Vincenzo Marinelli e cresce il numero degli indagati. Entrano in scena altri due politici di centrodestra quali l’ex parlamentare Fabrizio Di Stefano (candidato sindaco alle ultime elezioni comunali a Chieti), e l’attuale consigliera regionale, Sabrina Bocchino, entrambi nelle file della Lega. Ai due, destinatari di una proroga di indagini, il pm Andrea Di Giovanni contesta il reato di corruzione in relazione alla realizzazione del polo oncologico pediatrico dell’ospedale di Chieti: stesso argomento che aveva interessato il capogruppo di Forza Italia in Regione, Mauro Febbo, destinatario, qualche settimana fa, di una perquisizione con sequestro del cellulare.
POLO ONCOLOGICO L’episodio corruttivo che riguarda Di Stefano e Bocchino sarebbe stato accertato a Pescara lo stesso giorno di quello di Febbo, e cioè l’8 maggio del 2020, fatto che emergerebbe dall’ultima recente informativa della squadra mobile di Pescara e della guardia di finanza, le due forze che indagano, datata 23 aprile 2021. E il fulcro è sempre lo stesso: le attività che questi politici avrebbero messo in atto per far bandire la gara per l’esecuzione del project financing per la realizzazione del nuovo polo oncologico di Chieti, per il quale premeva Marinelli in quanto una delle società che lui rappresenta, aveva già tirato fuori un milione e mezzo di euro per quel project, e se a quella gara non avesse risposto nessuno, la società collegata a Marinelli avrebbe raggiunto il suo scopo. Un iter, specifichiamo, che è regolare, ma sembra che Marinelli avrebbe, secondo la procura, tempestato di telefonate i politici per accelerare un passaggio che inspiegabilmente ritardava. Nella stessa inchiesta figura anche il presidente forzista del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri (al quale è stato sequestrato il cellulare), con una motivazione però diversa: perché sempre dalla stessa informativa degli investigatori «emergeva il totale asservimento della funzione pubblica ricoperta da Sospiri agli interessi privati di Vincenzo Marinelli e delle società allo stesso riconducibili (manifestatosi, tra l’altro, attraverso l’impegno ad affidare incarichi dirigenziali in ambito sanitario regionale e locale a persone di fiducia di Marinelli) in cambio di assunzioni e finanziamenti elettorali». Chiude il cerchio dei politici, al momento coinvolti nell’inchiesta, Silvio Paolucci, ex assessore di centrosinistra, il primo che si vide sequestrare il cellulare un paio di mesi fa, ma per una motivazione diversa dalle altre: per rivelazione del segreto d’ufficio, pare in relazione alla diffusione di una notizia che riguardava intercettazioni in corso. Anche se, nella proroga di indagini che lo riguardava (e nella quale era in indirizzo insieme a Febbo), gli vengono contestati i reati di corruzione e turbata libertà nella scelta del contraente: reati che a suo dire e del suo legale, potrebbero essere stati erroneamente inseriti. L’inchiesta è saltata agli onori della cronaca con il primo provvedimento di perquisizione emesso dalla procura, a carico di Marinelli e di tutti i suoi dipendenti, dove figura addirittura il reato di associazione per delinquere oltre alla corruzione e alla turbata libertà nella scelta del contraente.
PERQUISIZIONI ALLA TUA E sempre nell’ambito della stessa inchiesta, dove gli indagati adesso superano la soglia dei 20, il pm Di Giovanni ha inserito un episodio legato ad un paio di gare per la fornitura di 68 bus da parte della Regione Abruzzo e 5 bus elettrici da parte del Comune di Pescara con una determina dirigenziale. E ieri gli uomini della squadra mobile sono andati prima in Regione, ad acquisire tutta la documentazione relativa all’aggiudicazione della gara indetta con quella determinazione del 24 maggio del 2018 del servizio Genio civile dell’Aquila, per poi passare alla Tua, la società interamente controllata dalla stessa Regione. E qui la perquisizione ha riguardato il direttore tecnico della Tua, Michele Valentini, accusato di turbata libertà nella scelta del contraente insieme all’ex dirigente comunale Guido Dezio. E anche in questo caso si fa riferimento ad una recentissima informativa del 28 aprile scorso dalla quale «si evince – è scritto nel decreto di perquisizione di Valentini – che l’indagato concorreva (con Marinelli, Stefano Rampini, Guido Dezio e politici della Regione Abruzzo) moralmente e materialmente a turbare il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando di gara». Il presunto rapporto corruttivo di cui parla il pm Di Giovanni in relazione a questo episodio dei bus, sarebbe tra Stefano Rampini (anche lui indagato) all’epoca dei fatti amministratore della Rampini Carlo spa e «vari funzionari e politici della Regione Abruzzo e del Comune di Pescara (intermediato da Marinelli) finalizzato all’aggiudicazione della gara» per i bus.
FRONTI DIVERSI L’inchiesta spazia su fronti diversi, ma che hanno come comune denominatore le attività dell’imprenditore della sanità Marinelli, intercettato per mesi: prima che da Pescara, sembra da Roma dove la posizione di Marinelli emerse nel corso di un procedimento sui vertici della sanità romana. Poi, parte di quella indagine, venne trasferita per competenza a Pescara.