La gara della bonifica al funzionario indagato

Il nuovo responsabile dell’appalto da 40 milioni nominato due mesi fa è coinvolto nell’inchiesta della procura dell’Aquila sui lavori a Palazzo Centi

PESCARA. Mentre la sentenza della Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila ha stabilito che ci sono 10 colpevoli per il disastro di Bussi, si complica l’iter della bonifica. Perché il nuovo responsabile unico del procedimento, il funzionario della Regione Silverio Salvi, nominato solo il 23 dicembre scorso, è uno degli indagati nell’inchiesta sui lavori a Palazzo Centi all’Aquila. Salvi, ingegnere, è indagato in quanto componente della commissione di gara che ha assegnato l’appalto della ristrutturazione di Palazzo Centi. Una tegola. Che potrebbe rallentare l’iter della bonifica che già viaggia a passo di lumaca. Infatti, la gara della bonifica da circa 40 milioni di euro è stata bandita nel 2015 dall’allora commissario Adriano Goio, poi deceduto. E ora il pallino del gioco è nelle mani di Salvi.

Durante la riunione a Bussi, della commissione parlamentare d’inchiesta sui Rifiuti, lo scorso 13 gennaio, la dirigente del ministero dell’Ambiente Laura D’Aprile ha assicurato che la gara è «in dirittura d’arrivo» e che entro febbraio le buste sarebbero state aperte. Nonostante un fuori programma. E cioè il ricorso al Tar del Lazio presentato dalla Toto Holding. Un nuovo fronte giudiziario che, nonostante gli ottimistici annunci ufficiali, potrebbe riaprire la partita. Con il ricorso, infatti, la Toto chiede l’annullamento del bando per la bonifica nelle aree del Sin esterne al sito industriale di Bussi, le cosiddette 2A e 2B. Secondo la Toto, il ministero dell’Ambiente avrebbe ignorato la manifestazione di interesse, presentata il 12 luglio scorso, con la quale la società si era candidata a eseguire una bonifica finalizzata alla reindustrializzazione.

Ma non è tutto. Perché ora la vicenda si arricchisce di un altro capitolo: in una lettera ai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico e alla Regione, l’impresa denuncia che nessuno degli enti coinvolti si è costituito in giudizio dinanzi al Tar e chiede i documenti che finora sono rimasti nei cassetti. Con la richiesta di accesso agli atti, in sostanza, la Toto vuole «la progettazione e gli esiti della caratterizzazione» a base della gara, i relativi verbali, gli esiti delle attività «con i portatori di interesse» e l’attività istruttoria sul rifiuto apposto al suo progetto. (p.l.)