La replica: «Voleva andare via, soluzione concordata e sottoscritta davanti ai sindacati»

Il direttore di Attiva spiega la vicenda dando la sua versione sul caso: «Non posso regalare soldi senza contropartite»

PESCARA. «Quello che è successo è normale dialettica che si fa nelle aziende. Quale licenziamento fittizio? E soprattutto, quale prestito? È stato un percorso deciso insieme». Il direttore di Attiva Massimo Del Bianco spiega al telefono la sua versione rispetto a una vicenda che ricorda bene. «Quale prestito? Che siamo una banca? È assurda questa cosa. Lui (il dipendente che l’ha denunciato, ndr) aveva chiesto che voleva andare in Germania, che aveva difficoltà economiche. Oltretutto possiamo fare prestiti solo a coloro che hanno meno del 5 per cento di assenteismo e non hanno avuto sanzioni disciplinari. E non era il caso suo, visto che qualche mese prima aveva subito un procedimento disciplinare molto grave e che, con tutte le assenze collezionate quell’anno, era costato all’azienda 10mila euro. Il Tfr che non ha avuto? Se glielo avessimo dato se lo sarebbero presi i creditori. È una soluzione che abbiamo concordato con lui, tant’è che siamo andati alla commissione provinciale del lavoro dove lui ha sottoscritto l’accordo e dove avrebbe potuto opporsi. Invece non l’ha fatto. C’erano anche i sindacati che potevano farlo». Quanto alla registrazione dell’accordo contestato: «L’ha fatta a nostra insaputa, probabilmente consigliato da qualcuno che non vuole bene all’Attiva. Ma da noi è venuto più volte, mica una volta sola. Tant’è che se ci sarà un processo», va avanti Del Bianco, «prenderò decine di testimoni che possano confermare questa circostanza: lui l’aveva detto a tutto il mondo che voleva andare via, che aveva bisogno di soldi, che non poteva andare avanti con una disponibilità di poche centinaia di euro. Per questo abbiamo cercato una soluzione, tutto lì. Poi, con le assenze che faceva, tantissime, generava dei costi per l’azienda che nell’ultimo anno ci aveva portato a totalizzare più di 10mila euro di costi. Per questo l’accordo di 6.500 euro ci andava bene. Una soluzione vantaggiosa per il dipendente ma soprattutto per l’azienda, di cui facciamo l’interesse. Non posso regalare soldi se non ho una contropartita, ma è un’operazione che fanno tutte le aziende, tant’è che il pm aveva archiviato il procedimento. E chissà che non l’archivi di nuovo». (s.d.l.)

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