Lavoratori ancora beffati calpestato il patto sui soldi

Slitta il primo pagamento di 7 stipendi arretrati atteso per il 28 febbraio I sindacati: sciopero il 10 marzo. L’amministratore: versamenti a fine settimana

PESCARA. Il primo dei 7 stipendi arretrati per 66 dipendenti doveva essere pagato entro il 28 febbraio scorso ma, all’azienda speciale Majella e Morrone, anche questa data, stabilita da un accordo stretto nella prefettura di Pescara, è passata senza soldi. «Solo problemi tecnici e disguidi con i bonifici per il fine settimana», dice Oscar Pezzi, amministratore unico dell’azienda speciale Majella e Morrone da due mesi. Poi, un’altra promessa: «Entro questa settimana, salvo imprevisti che mi auguro davvero non ci siano, potremmo pagare quasi tre stipendi». Secondo Pezzi, nelle casse della Comunità montana Majella e Morrone, l’ente in liquidazione proprietario dell’azienda speciale che garantisce i servizi sociali in 16 comuni della Val Pescara e nella casa di riposo di Serramonacesca, sono arrivati circa 70 mila euro dai Comuni morosi. «A questi fondi», dice Pezzi, «si aggiungono altri 128 mila euro stanziati dalla Regione e che saranno disponibili entro questa settimana».

Sciopero il 10 marzo. Ma se non arriverà almeno uno stipendio subito, il 10 marzo prossimo, i dipendenti si fermeranno per fare sciopero con il blocco dei servizi sociali: nonostante il patto, lo stato di agitazione resta. «Io sono d’accordo con i lavoratori che stanno sopportando disagi ma cercheremo di evitare lo sciopero e pagare prima», dice Pezzi. Entro marzo, l’accordo prevede il pagamento di 4 stipendi arretrati.

«Senza soldi per la benzina». Dei problemi dei lavoratori hanno parlato, durante l’incontro in prefettura, anche i sindacati: «I lavoratori non hanno neppure i soldi necessari a pagare la benzina per recarsi al lavoro», ha detto Francesco Marcucci della Uil-fpl, «ma pur in questa situazione di disagio, stanno regolarmente fornendo le loro prestazioni lavorative ben consapevoli della peculiarità del servizio che svolgono». Lo stesso quadro è emerso dalle parole del segretario provinciale Cgil-fp Stefano Di Domizio: «Data la tipologia di lavoro svolto, i lavoratori devono spostarsi di frequente sul territorio e sono costretti ad affrontare anche le spese di mobilità».

«Comuni in ritardo». «Purtroppo, i Comuni debitori non stanno mantenendo le proprie promesse di pagare urgentemente le quote e continua a mancare la puntualità degli enti locali. Comunque, anche se la situazione è in miglioramento, io non ho la bacchetta magica: se non ho fondi non posso pagare i dipendenti. La prima cosa che farò quando arriveranno i bonifici è pagare i dipendenti». In base ai conti del commissario della Comunità montana Paolo Costanzi i Comuni devono ancora 210 mila euro per i servizi assistenziali resi e «a mano a mano che tali crediti saranno riscossi, la Comunità montana provvederà a trasferirli alla società Majella e Morrone per il pagamento degli arretrati ai lavoratori».

«Due-tre mesi». In base al verbale dell’accordo, il rappresentante dell’ufficio di Piano della Majella e Morrone, Massimiliano Esposito, ha dichiarato che serviranno «due-tre mesi di tempo» affinché «le azioni messe in campo producano concreti e positivi risultati».

Possibili tagli. In base all’accordo in prefettura, il futuro dell’azienda speciale potrebbe essere sotto il segno dei tagli. Durante l’incontro del 19 febbraio scorso in prefettura, il consulente del lavoro della Majella e Morrone, Carlo Di Gregorio, ha parlato dell’ipotesi di un «ridimensionamento del personale».

Incontro con D’Alfonso. E sugli scenari futuri dell’azienda speciale, il presidente della Regione Luciano D’Alfonso incontrerà i dipendenti nella sede pescarese della Regione il prossimo 11 marzo alle 11: «I lavoratori sono stati convocati da D’Alfonso: è la Regione che deve decidere cosa fare dell’azienda speciale: per ora», dice Pezzi, «la volontà politica sembra quella di far continuare l'azienda speciale a lavorare e non chiuderla».

©RIPRODUZIONE RISERVATA