Liste d’attesa raddoppiate in due anni

Risonanze magnetiche, mammografie e visite al cuore: si allungano i tempi per i controlli. La Regione: troppe criticità

PESCARA. A gennaio del 2012 per le risonanze magnetiche alla colonna vertebrale – l’esame classico per chi soffre di mal di schiena cronico – la lista d’attesa all’ospedale di Pescara era di 51 giorni: una volta fatte le prenotazioni al Cup, per gli esami c’era aspettare meno di due mesi. A distanza di quasi due anni, il tempo d’attesa non è diminuito ma cresciuto più di 4 volte: 208 giorni, cioè più di 6 mesi. È un caso emblematico che fotografa la difficoltà della sanità pubblica ad assicurare controlli e visite ai pazienti.

Risonanze in ritardo. Un caso emblematico e non è l’unico: sempre nello stesso periodo, è più che raddoppiata l’attesa per le risonanze muscoloscheletriche (dai 93 giorni del 2012 ai 238 di oggi) e per quelle al cervello (da 85 a 212). Più il tempo passa e più il ritardo si accumula: le risonanze si possono fare solo all’ospedale di Pescara perché a Penne e Popoli non ci sono i macchinari.

La Regione: «Criticità». Secondo i dirigenti della Regione Abruzzo, che hanno valutato positivamente l’operato dei primi 18 mesi del secondo mandato del manager Asl Claudio D’Amario dando il via libera a un premio di 34 mila euro, le liste d’attesa pescaresi mostrano «criticità»: «Per alcune prestazioni, permangono le criticità emerse nelle passate annualità», affermano i dirigenti regionali Giovanni Farinella e Franca Chiola in una relazione. Ma confrontando le tabelle della Asl, le «criticità» aumentano.

Tumori al seno. Si allungano anche i tempi per le mammografie: erano 110 i giorni di attesa per i controlli a gennaio 2012 e sono diventati 230 oggi, più del doppio quando per le donne la parola d’ordine è prevenzione. L’attesa per i controlli al seno aumenta non soltanto a Pescara ma anche negli ospedali di Penne (più 27 giorni) e a Popoli (più 95).

Controlli al cuore in ritardo. Accumulano ritardi anche i controlli al cuore: in meno di due anni, gli ecodoppler cardiaci sono passati da 82 giorni di attesa a 116 e l’attesa per gli ecodoppler dei tronchi sovraortici è aumentata in tutti e tre gli ospedali della Asl (a Pescara da 74 a 136, a Penne da 62 a 133 e a Popoli da 107 a 164). Anche le Tac sono un punto debole: quella all’addome è passata dai 38 giorni di attesa di due anni fa ai 94 attuali anche se a Penne l’attesa per la stessa prestazione è stata ridotta di 60 giorni.

Tempi ridotti. Ma sono ancora pochi i segni meno rispetto al 2012. È così per le colonscopie: da un’attesa di 149 giorni a gennaio 2012 si è passati a 131 di oggi (meno 6 a Penne mentre a Popoli il tempo si è dilatato di 23 giorni). Tempi ridotti per le visite urologiche, otorinolaringoiatriche e oculistiche ma, in ques’ultimo caso, soltanto a Pescara.

Bonus a D’Amario. Le «criticità» scoperte dalla Regione nelle liste d’attesa della Asl non hanno compromesso il bonus di D’Amario: dopo la promozione da parte della Regione Abruzzo con il punteggio di 122,31 – l’indennità extra scatta da 120 in poi –, la Asl con la delibera 1.196 del 4 dicembre scorso ha dato luogo agli «adempimenti conseguenti» e cioè alla liquidazione dei 34 mila euro, vale a dire il 20 per cento della retribuzione annua del manager spalmato sui 18 mesi di attività.

Gli altri nei. Anche nella prima conferma di D’Amario, risalente al 2010, erano emersi nei secondo i controllori regionali: «Nella relazione rimessa dall’Agenzia sanitaria regionale, pur rilevandosi il raggiungimento di una performance complessiva del 57,39 per cento (cui corrisponderebbe un giudizio di gestione non positiva), viene tra l’altro evidenziata», recita la delibera 899, «la “presenza di indicatori il cui mancato raggiungimento non è imputabile al direttore generale ma ad altri livelli del sistema sanitario regionale” così in parte giustificandosi la performance non positiva rilevata». Nel mirino anche «gli obiettivi inerenti la spesa farmaceutica, i flussi informativi (per cui sono state rilevate carenze diffuse, sia sotto il profilo della qualità che della tempestività dei dati trasmessi) e la bassa copertura degli screening oncologici». La delibera prosegue: «Ulteriori criticità pur non afferendo direttamente alla valutazione degli obiettivi del direttore generale sono emerse in relazione all’attuazione della procedura di riconciliazione e certificazione dei debiti al 31 dicembre 2006». Invece, quest’anno, oltre alle liste d’attesa, i rilievi riguardano 4 milioni di euro di troppo spesi per la mobilità passiva e il budget superato con due cliniche private.

©RIPRODUZIONE RISERVATA