Masciarelli interrogato per 4 ore: «Solo una consulenza con la Oma» 

Il manager teatino è indagato per concorso in bancarotta fraudolenta con l’imprenditore Angelucci Ha risposto alle domande di 3 pm: «Mai ricoperto incarichi nella società, verificavo solo conti e carte»

PESCARA. Per oltre quattro ore ha dovuto rispondere alle domande dei magistrati il manager teatino Giancarlo Masciarelli, indagato per concorso in bancarotta fraudolenta insieme all'imprenditore Mauro Angelucci. Un lungo interrogatorio che si è tenuto ieri mattina davanti al procuratore aggiunto Anna Rita Mantini, ai sostituti Andrea Di Giovanni e Luca Sciarretta e alla presenza di un ufficiale della guardia di finanza che segue le indagini sul crac della società Oma di Castiglione a Casauria. La scorsa settimana Masciarelli era stato destinatario di un decreto di perquisizione eseguito dagli investigatori delle fiamme gialle nel suo ufficio a fianco del tribunale e in altre sedi che erano nelle sue disponibilità (ma non a casa). E così i suoi legali, gli avvocati Giuliano Milia e Marco Femminella, hanno concordato con il pool di magistrati questo interrogatorio a stretto giro, nella speranza di poter chiarire la posizione del manager che, a loro dire, non avrebbe avuto nulla a che fare con la questione Oma. Secondo la tesi difensiva, che ieri sarebbe stata espressa ai magistrati con l'ausilio di una corposa documentazione, Masciarelli avrebbe svolto esclusivamente il suo lavoro di consulente, chiamato a verificare conti e carte della società dichiarata fallita dal tribunale di Pescara insieme alla Holding dello stesso imprenditore Angelucci.
Un ruolo ben preciso, dunque, ma senza aver mai ricoperto incarichi all'interno della società né tantomeno aver compiuto mai azioni ritenute illecite. Questo almeno quanto Masciarelli e i suoi difensori avrebbero cercato di far comprendere alla procura, sollecitando loro stessi questo interrogatorio chiarificatore. Ma la procura di Pescara, che da mesi sta seguendo molto da vicino questa inchiesta che sembra essere molto più complessa di quanto finora emerso e con altri personaggi coinvolti (e lo si comprende anche dal numero di magistrati che se ne sta occupando), da tempo teneva Masciarelli nel mirino. Sicuramente da quando, nel febbraio dello scorso anno, Angelucci si presentò di sua iniziativa in procura per rendere interrogatorio (accompagnato dai suoi legali Milia e Augusto La Morgia) e per autoaccusarsi di una serie di reati fra cui appunto i falsi in bilancio e la bancarotta fraudolenta. Il giorno precedente all'interrogatorio di ieri mattina, c'era stato peraltro un summit in procura tra i magistrati e il procuratore capo Massimiliano Serpi, proprio per fare il punto sulla vicenda. E la presenza all'interrogatorio di una investigatrice, capitano della guardia di finanza, fa comprendere il grado di attenzione riservato a questo interrogatorio che si è tenuto nel massimo riserbo e dal quale non è trapelato nulla. Gli inquirenti vogliono capire bene quale effettivamente sia stato il ruolo di Masciarelli nelle vicende della bancarotta del gruppo Angelucci e soprattutto se il manager teatino, molto noto per le sue indubbie capacità professionali, ma anche per i suoi trascorsi giudiziari che partono dal lontano crac della Del Verde a Vasto, proseguiti poi con gli scandali Fira (sui finanziamenti Docup) e Sanitopoli (dai quali ne uscì con un patteggiamento unificato con tre anni e quattro mesi di reclusione), in questa vicenda giudiziaria abbia avuto un ruolo diverso e più coinvolgente.
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