Massaggi e poi sesso Altra retata, altri cinesi

Ieri tre centri sequestrati dalla polizia all’Aquila e a Scurcola Marsicana Ma nuove insegne aprono in tutto l’Abruzzo: fino a 100 euro a prestazione

L’AQUILA. Case d’appuntamento per lo sfruttamento della prostituzione celate dietro centri per massaggi. Un’attività quantomai fiorente anche nell’Aquilano al punto che in poco tempo questi segreti luoghi di incontri sessuali sono diventati tre. Il segreto, però, è durato poco e l’altra notte la squadra Mobile dell’Aquila ha posto fine a questa pur fruttifera attività con l’arresto di quattro cinesi mentre altri due connazionali sono stati solo denunciati.

Gli agenti, coordinati da Maurilio Grasso, hanno poi sequestrato i tre finti centri massaggi: due all’Aquila, rispettivamente in via Salaria Antica Est 84, denominato «Lin massage» e in via Montorio al Vomano 2, dove c’era il «Centro massaggi Shangai« e il terzo a Cappelle dei Marsi, frazione di Scurcola Marsicana che era chiamato «Massaggi Valentina». Ai domiciliari sono finiti Lin Fenfen, residente in via Tosti, Rongpu Yang residente a Torano Nuovo (Teramo), Xuqi Ye (residente a Torano Nuovo) e tale Alex, ancora da identificare. Sono indagati Shujiun Yan residente a Controguerra (Teramo) e Meiqin Zhang residente anch’essa a Torano Nuovo.

L’attività di sfruttamento della prostituzione era stata avviata nello scorso autunno con un primo centro nel capoluogo di regione. Poi, visto che le cose andavano bene, il sodalizio cinese si è allargato con altri due centri dove fare sesso.

Le indagini non sono state facili. «Per chiudere dei centri massaggi dove si fa prostituzione non basta fermare il cliente. Bisogna avere delle prove molto evidenti. L’unico modo è installare le telecamere», ha commentato il capo della squadra Mobile che comunque ha anche confermato che sono stati necessari molti appostamenti per stanare i cinesi. Tutti e sei hanno a carico l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Secondo Grasso le immagini dei filmati sono eloquenti: queste, unite a intercettazioni e pedinamenti, hanno fatto scattare gli arresti chiesti dal pm Roberta D’Avolio e firmati dal gip Giuseppe Romano Gargarella. Sono diverse decine i clienti (non rischiano nulla sotto il profilo penale), che frequentavano dalle 9 la mattina fino a sera inoltrata i centri di piacere dove un massaggio costava 30 euro mentre una prestazione sessuale 100 euro. Una decina le ragazze orientali che si sono alternate, tutte pagate poco «secondo lo stile cinese» e dunque sfruttate. I clienti venivano reperiti su Internet tramite un sito che ieri la polizia ha oscurato e poi «gestiti» telefonicamente. «Alla prima telefonata gli organizzatori negavano che ci fossero prestazioni sessuali ma invitavano i clienti a parlarne a voce», ha spiegato ancora Grasso. «Alcuni sono stati sentiti e hanno confermato». Il sito Bakeca it forniva tutto quanto potesse interessare al cliente a cominciare dall’utenza di riferimento. Sempre in tema investigativo la polizia giudiziaria aveva piazzato una telecamera vicino alla cassa consentendo di documentare quali fossero i soggetti che ricevevano i pagamenti delle prestazioni e chi, a fine serata, prelevava l’incasso. Le ragazze, tutti cinesi, non erano sempre le stesse visto che venivano fatte ruotare e Ye Xuqi era colei che si occupava del loro coordinamento. Molte di queste finte massaggiatrici sono adesso irreperibili in quanto sono riparate nel loro Paese di origine.

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