Movida, i residenti rilanciano «Serve lo stop a mezzanotte» E annunciano nuove denunce 

Il comitato fissa nuovi paletti per rinunciare al risarcimento di oltre due milioni  E attacca: il Comune doveva intervenire quest’estate, ma non c’è stata risposta 

PESCARA. Il comitato Tranquillamente Battisti alza il tiro, nei confronti del Comune. A giugno era disponibile a rinunciare alla richiesta di un maxi risarcimento da Palazzo di città di 2,2 milioni di euro per i danni provocati dai rumori nella zona della movida, ma chiedeva in cambio l’adozione immediata di alcune misure per ridurre il caos. Adesso, invece, vuole di più, visto che quei provvedimenti non sono mai arrivati. E chiede, tra l’altro, di ridurre l’orario dei locali. Ma non basta: il Comitato annuncia anche di essere pronto a presentare denuncia querela, sempre sulla vicenda dei rumori, alla luce degli accertamenti effettuati a luglio dall’Arta nella zona di piazza Muzii: quelle misurazioni, trasmesse al Comune, alla Asl e in procura, hanno fatto registrare continui superamenti del limite dei decibel nelle ore notturne e attribuiscono il contributo più rilevante, in termini di energia sonora, al rumore antropico prodotto dai frequentatori dei locali.
LA RIUNIONE
A parlare degli obiettivi del comitato è il portavoce Federico Di Filippo, a poche ore dall’incontro convocato per oggi pomeriggio in Comune (ore 18) dal sindaco Carlo Masci per affrontare con la maggioranza la questione del «Contenzioso di piazza Muzii», vista la richiesta di risarcimento dei cittadini. Ma non c’è solo questo aspetto, sul tavolo del confronto, dato che la zona della movida è tornata in questi giorni al centro dell’attenzione per gli ultimi rilevamenti dell’Arta.
LA PROPOSTA DEL COMITATO
«A noi non interessano i soldi», esordisce Di Filippo. «Anzi, per evitare di mettere in difficoltà le casse comunali, a giungo abbiamo chiesto il rinvio dell’udienza per dare al Comune il tempo di esaminare la nostra proposta relativa alle misure dell’estate, nell’ambito del Piano di risanamento acustico. Puntavamo ad avere un giovamento», cioè meno rumori nei mesi in cui c’è più movimento nella zona dei locali. «Noi abbiamo teso una mano ma questo tempo è stato usato per scavallare l’estate e dal Comune non è mai arrivata una risposta. Ora, però, l’estate è passata e se prima ci accontentavamo delle misure previste nel Piano, per azzerare il processo risarcitorio, ora non è più così. Per noi vanno definiti gli orari di chiusura anticipata dei locali nel fine settimana: la questione è tutta lì, visto che dai dati emerge un problema, in termini di rumori, dalle 22 alle 3 di notte. E proponiamo mezzanotte, come base della discussione. Mi auguro che nella riunione in Comune se ne parli e che si faccia capire ai detrattori che si deve intervenire perché questa non è mai stata una questione politica». Questa estate il Comitato chiedeva di «fissare una distanza tra i tavolini dei locali e i citofoni delle nostre abitazioni, per rendere l’area più vivibile, e la creazione di un metodo per identificare gli spazi di suolo pubblico concessi, visto che di notte i tavolini proliferano».
«querela sulle omissioni»
La strategia del Comitato va anche oltre, in questa fase. Mentre la zona della movida si ravviva perché «hanno chiuso gli stabilimenti e la situazione per i rumori notturni è drammatica», Di Filippo annuncia che in settimana sarà effettuato «un passaggio in procura rispetto all’accertamento fatto dall’Arta. Per le omissioni poste in essere in questi anni da una serie di soggetti si procede solo a querela di parte per cui presenteremo querela: sarebbe irresponsabile non farlo visto che l’amministrazione sta alla finestra e la Asl non si è mai pronunciata su una questione così importante ma avrebbe potuto quanto meno invitare il sindaco a disporre azioni di contenimento immediate».