Olio e prosciutto in cambio di cocaina A Rancitelli torna di moda il baratto

Microcriminalità e droga. Impennata di furti legata al «nuovo» modo di pagare le sostanze

PESCARA. A Rancitelli è tornato di moda il baratto. I tossicodipendenti che non hanno neppure un centesimo in tasca, comprano la droga consegnando agli spacciatori prosciutti, olio e qualsiasi altro prodotto, dai profumi ai giochi per la Playstation 3. Ovviamente si tratta di merce non acquistata ma rubata, che ogni giorno sparisce dai negozi grandi e piccoli della città.

IMPENNATA DI FURTI Col passare delle settimane le forze dell’ordine si sono accorte che furti, rapine e scippi andavano via via aumentando. È noto che si tratta di reati commessi per lo più da tossicodipendenti che hanno bisogno di soldi per acquistare la droga. Non avendo liquidi a disposizione rubacchiano qua e là, nei negozi e nei centri commerciali, e spesso i furti non vengono neppure segnalati a polizia e carabinieri, trattandosi di prodotti di valore non eccessivo.

SCAMBIO DELLA MERCE Con la refurtiva in mano i tossici raggiungono gli spacciatori di fiducia, spesso e volentieri a Rancitelli, lasciano la merce rubata e prendono la droga. Uno scambio d’altri tempi, ma ben accetto dai venditori di sostanze stupefacenti, che magari preferiscono riempire frigorifero e dispensa anziché concedere un credito al cliente del momento. Poi, in questa fase, lo scambio-merce è agevolato dalla riduzione consistente del prezzo sul mercato di eroina e cocaina, che è diventato molto popolare. Non c’è bisogno di cifre astronomiche per procurarsi una dose, si va dai 10 ai 25 euro a seconda che si tratti di eroina e cocaina, per cui può bastare qualche pezzo di parmigiano per svoltare la giornata. Le prove concrete le hanno trovate i carabinieri durante le tantissime perquisizioni effettuate nelle varie operazioni antidroga. Nelle dispense di Rancitelli, e non solo, è stato trovato di tutto, compresi prosciutti interi appesi al muro o bidoni di olio, che riportano ai furti subiti dai negozi.

VIA AI CONTROLLI Una volta registrata l’impennata della microcriminalità, polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale hanno deciso di intervenire in modo massiccio e congiuntamente, predisponendo dei servizi di controllo del territorio, colpendo ovviamente le zone più a rischio. Hanno cominciato da Rancitelli, punto nodale dello spaccio di droga, dove in due giorni una ventina di pattuglie hanno setacciato strade e stradine. Per tre giovani arrivati da fuori è scattato il foglio di via obbligatorio, in modo da tenerli lontani da Pescara. Complessivamente le persone identificate sono state 80, e 47 i veicoli controllati. Non avendo l’assicurazione, 13 automobili sono state rimosse mentre altre quattro sono state contravvenzionate. I servizi sono stati effettuati dagli uomini di squadra volante e squadra mobile, reparto prevenzione crimine, carabinieri, guardia di finanza e vigili urbani e per l’occasione sono entrati in azione anche i cani antidroga.

«È SOLO L’INIZIO» «L’attività nei quartieri a rischio andrà avanti», avverte Francesco Costantini, dirigente della squadra volante. «Le zone più difficili saranno controllate e monitorate con servizi congiunti ed è chiaro che grazie a questi servizi le azioni di contrasto e repressione dello spaccio passano anche attraverso i controlli amministrativi». Pasquale Del Gaudio, comandante della compagnia di Pescara dei carabinieri, ricorda che «l’Arma non abbassa mai la guardia a Rancitelli, dove peraltro c’è una sede che consente di osservare adeguatamente e costantemente il territorio». Lo dimostrano le operazioni antidroga nel quartiere che hanno portato in carcere un gran numero di spacciatori, quasi tutti rom, oltre agli arresti avvenuti in flagranza nonché i sequestri di chili e chili di eroina e cocaina a persone che orbitavano attorno a questa zona.

Ma è indubbio fa notare sempre Del Gaudio che «nel momento in cui la nostra attenzione è stata assorbita da altri impegni, ad esempio a seguito del terremoto, subito l’attività di spaccio si è fatta maggiormente dinamica e fiorente». «Il bazar-Pescara della droga», fa notare il tenente colonnello Vincenzo Tartaglia della Polizia Tributaria, «è sempre attivo: qui arrivano da tutto l’Abruzzo, ma anche da Puglia settentrionale e Marche, ed è giunto il momento di dire basta, non solo attraverso i controlli su strada ma anche tenendo sotto controllo i patrimoni di chi accumula ricchezza illecitamente”.