Palme e ombrelloni sfitti nei lidi, crollano le prenotazioni a Pescara

Flessione tra l’8 e il 10 per cento rispetto al 2012. Colpa di crisi e maltempo. I balneatori: "Pochi turisti stranieri, dobbiamo intercettare chi resta in città"

PESCARA. Non ci sono più le rumorose comitive di stranieri che, fino a qualche tempo fa, affollavano le spiagge pescaresi nei mesi di maggio e giugno. Un po’ la crisi economica e un po’ la lunga stagione delle piogge hanno spinto giovani e adulti a rinunciare alle vacanze al mare, facendo inevitabilmente calare del 10 per cento le prenotazioni di palme e ombrelloni. I balneatori adesso confidano nei mesi centrali dell’estate per intercettare quello che definiscono «il turismo residenziale», ossia quelle famiglie con il portafogli più leggero obbligate a rinunciare ai viaggi all’estero e fuori regione. Un colpo di reni, legato a luglio e agosto, che potrebbe rimettere in moto una stagione altrimenti bollata dal segno meno.

Le primissime stime della stagione balneare sono state effettuate, a campione, dalle associazioni che riuniscono i gestori degli stabilimenti. Cristiano Tomei, segretario della Federazione autonoma balneatori (Fab) e coordinatore nazionale Cna balneatori rileva una flessione dell’8 per cento su tutta la costa abruzzese, Pescara compresa, a maggio e giugno. Riccardo Padovano, presidente Sib (Sindacato italiano balneatori) Confcommercio azzarda invece una diminuzione di 10 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2012. E tutto questo nonostante la scelta di mantenere invariati, per il terzo anno consecutivo, il prezzo dell’affitto di lettini, palme e ombrelloni. «C’è meno liquidità», commenta Tomei, «di conseguenza si sono abbassate le prenotazioni nei ristoranti a vantaggio delle consumazioni registrate nei bar, di sicuro più economiche. Ad essere cambiato, rispetto agli anni scorsi, è il volto stesso del turismo, passato da una domanda extraregionale ed extranazionale a un utilizzo delle spiagge a livello regionale se non addirittura locale. Non è in difficoltà solo la fascia media: anche gli over 75 e i ragazzi dai 16 ai 22 anni hanno difficoltà ad andare in vacanza e ripiegano sulle nostre spiagge». In sostanza si va meno fuori e si sfrutta di più il mare a due passi da casa, cercando di risparmiare per quanto possibile sul pranzo al lido o sull’aperitivo in spiaggia. «Per questa ragione», sottolinea Padovano, «molti gestori stanno mettendo a punto i pacchetti anticrisi a prezzi modici, così come negli autogrill: menù turistici a meno di 10 euro a pranzo, offerte cornetto e cappuccino per la colazione oppure pizza e birra per l’aperitivo. Così la gente evita di portarsi il pranzo da casa o di rinunciare allo spuntino in spiaggia».

«Pescara è una città che non può essere messa a sistema», prova a spiegare il presidente Sib Confcommercio, «perché vive di turismo balneare e, in questo periodo, ha subito il calo delle prenotazioni legato alla crisi. I numeri non sono più quelli degli anni passati, nonostante gli stabilimenti abbiano arricchito la propria offerta con servizi in spiaggia e attività ludiche, mantenendo i prezzi invariati rispetto all’estate scorsa. Prima si prenotava l’ombrellone fin dal weekend di Pentecoste, adesso invece ci sono ancora intere file sfitte, il numero delle comitive si allarga e alla palma si preferisce l’ombrellone». Stesso discorso per gli altri Comuni della costa: «Montesilvano e Francavilla vanno a singhiozzo», continua Riccardo Padovano, «tra fine maggio e inizio giugno la diminuzione si attesta al 15 per cento».

A picco anche gli alberghi , almeno a giudicare dai numeri degli arrivi e delle partenze di inizio estate. Segno che il maltempo ha generato preoccupazione tra i potenziali clienti. «Un altro fenomeno da segnalare», insiste Cristiano Tomei, «è la ricerca di eventi culturali per chi resta in città: letture di libri in spiaggia, attività e manifestazioni sportive e musica dal vivo di sera. Eventi che si affiancano ai classici appuntamenti della movida o alle notti bianche per giovani e non».

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