Prefettura imbrattata di notte: indagata una coppia di “No vax” 

Trovati in casa gli stampi con il logo e l’estintore per scrivere sui muri: sotto accusa un 47enne La donna, 36 anni, lo ha accompagnato in auto. Al vaglio altri raid all’ospedale e alla sede della Cgil

PESCARA. In casa uno dei due nascondeva gli stencil con il simbolo della doppia “v” avvolta da un cerchio e l’estintore modificato artigianalmente che, tramite il collegamento con un tubo flessibile, gli ha consentito in pochissimi minuti di ricoprire con scritte “No vax” la facciata principale della Prefettura, danneggiando in maniera permanente l’edificio in marmo bianco costruito nel 1927. Le tracce della vernice rossa erano ancora lì, accanto alle maschere con il ghigno del cospiratore britannico Guy Fawkes, divenuto con il film “V per vendetta” il simbolo di chi sfida i palazzi del potere. Con le perquisizioni eseguite lunedì mattina dai poliziotti della Digos (su delega dell’autorità giudiziaria) della questura di Pescara, coordinati dal dirigente Dante Cosentino, si chiude così il cerchio su due attivisti pescaresi, 47 anni lui e 36 lei, ritenuti parte del sodalizio criminale che si fa chiamare “Guerrieri vivi”.
Il fascicolo aperto per associazione per delinquere, danneggiamento e imbrattamento dal sostituto procuratore Anna Benigni all’indomani dell’atto vandalico del 15 gennaio scorso contro la Prefettura in piazza Italia, vede al momento iscritti sul registro degli indagati un uomo e una donna, entrambi residenti nel capoluogo adriatico. Gli investigatori sono alla ricerca di eventuali altri componenti del gruppo, di spiccata ideologia “No vax”, che negli ultimi mesi si è reso protagonista di una serie di raid sull’intero territorio nazionale, rivendicati attraverso i gruppi Telegram, prendendo di mira scuole, sedi di partito, sindacati, redazioni di giornali, edifici pubblici, poste e ospedali. I Guerrieri vivi sono riconoscibili proprio per il simbolo della doppia “v” avvolto nel cerchio che compare in tutte le loro rivendicazioni che inneggiano alla disobbedienza civile e abbracciano una galassia di temi: dalla contrarietà all’obbligo vaccinale agli effetti dei cambiamenti climatici e dell’identità digitale. A Pescara le scritte rosse sono comparse anche sui muri e sugli ascensori al sesto piano dell’ospedale civile, il 14 gennaio scorso, mentre il 3 novembre 2022 è stata vandalizzata la sede della Cgil in via Benedetto Croce. Poi, il 15 gennaio, l’epilogo con la gradinata, il portone e la facciata centrale del palazzo della Prefettura ricoperti nella notte di scritte enormi e simboli tracciati con la vernice rossa e l’inconfondibile firma “Vivi”.
Le indagini, immediatamente avviate dalla Digos, sotto la direzione della Procura della Repubblica, grazie anche all’attenta analisi delle immagini degli impianti di videosorveglianza dell’ospedale e della sede del governo sul territorio, hanno consentito fin dalle prime ore di concentrare l’attenzione investigativa su due persone, destinatarie delle perquisizioni. Alla luce degli elementi raccolti, supportati dall’esame dei profili social e dai riscontri delle celle che hanno agganciato in quei momenti i loro telefonini, si ritiene che il 47enne abbia materialmente messo a segno il colpo nell’ospedale e, il giorno dopo, con la complicità della donna che lo avrebbe accompagnato con la propria auto, attendendo a un angolo della piazza, abbia imbrattato la Prefettura e sia poi scappato insieme a lei. Per farlo l’uomo si è servito di una lancia per verniciare a spruzzo, le cui istruzioni sul come realizzarla artigianalmente sono reperibili in rete nei canali riconducibili al sodalizio dei Guerrieri Vivi, poi ritrovata nella sua abitazione lunedì mattina dai poliziotti. Le perquisizioni nelle due case hanno portato al sequestro dell’estintore, con ancora impressi i segni della vernice rossa, degli stencil e di altri materiali, oltre ai cellulari e ai computer. Dagli accertamenti sugli apparecchi elettronici non è escluso che si possano trovare particolari utili a individuare ulteriori componenti del sodalizio criminale.