francavilla, la sentenza del tribunale di Chieti 

Preso con 13 chili di droga in casa: 28enne ai lavori socialmente utili

FRANCAVILLA. Due anni e quattro mesi di reclusione convertiti nella pena sostitutiva dei lavori di pubblica utilità a favore di un ente. L.D.B., pescarese di 28 anni, trovato lo scorso marzo con 13,8...

FRANCAVILLA. Due anni e quattro mesi di reclusione convertiti nella pena sostitutiva dei lavori di pubblica utilità a favore di un ente. L.D.B., pescarese di 28 anni, trovato lo scorso marzo con 13,8 chili di droga nella casa dei genitori a Francavilla al Mare, ha chiuso con un patteggiamento il suo conto con la giustizia. La sentenza del giudice del tribunale di Chieti Andrea Di Berardino è arrivata ieri mattina. Al giovane, assistito dall’avvocato Massimo Galasso, è stata revocata anche la misura cautelare, ovvero gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, sul rilievo di aver dimostrato volontà di reinserimento sociale. L’accusa è stata rappresentata in aula dal procuratore capo Giampiero Di Florio.
Nel giorno del blitz della polizia, il ragazzo è stato fermato a bordo della sua automobile in piazza Duca degli Abruzzi, a Pescara. Gli agenti hanno perquisito l’abitacolo trovando, sotto il sedile lato passeggero, circa un grammo di hashish. A quel punto hanno deciso di estendere le verifiche anche all’abitazione dei genitori del ventottenne, in viale Alcione a Francavilla, dove quest’ultimo era tornato a vivere di recente. L’hashish era sul terrazzo, all’interno di una sorta di cassapanca, adeguatamente confezionato. Ognuno dei 136 panetti era contrassegnato dall’immagine di una foglia di marijuana. Il giovane è stato dunque arrestato. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, L.D.B. aveva sottolineato come non fosse assolutamente intenzionato a spacciare quella droga. In base alla sua versione, dopo alcuni contatti su internet, qualche giorno prima aveva incontrato due uomini, dei quali non era in grado di indicare i nomi, che gli avevano consegnato lo stupefacente all’interno di un valigia. L’accordo – aveva riferito ancora l’imputato – era che lui avrebbe dovuto detenere i panetti di hashish, in cambio di circa mille euro, per tre o quattro giorni, al massimo una settimana. Dopo l’ingresso in carcere e l’interrogatorio, il giudice gli aveva concesso i domiciliari con il braccialetto elettronico. Il resto è storia recente: il parere favorevole della procura al patteggiamento, la sentenza del giudice, il ritorno in libertà. (g.let.)
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