Protesta in carcere Gli agenti di custodia rifiutano i pasti

Adesione in massa all’iniziativa dei sindacati Guardie in trasferta, dossier alla Corte dei conti.

PESCARA. Hanno disertato in massa il servizio mensa del carcere di San Donato. Sia le guardie penitenziarie, sia il personale civile della casa di reclusione ha aderito all’iniziativa indetta dai sindacati. Nessuno si è presentato in mensa per protestare contro i problemi del carcere. Il motivo scatenante è la decisione del provveditorato di togliere a dipendenti e poliziotti il parcheggio interno alla struttura carceraria. Ma sul tavolo ci sono questioni pesanti: anzitutto il sovraffollamento che rende difficile la gestione del San Donato, poi la carenza e i distacchi di personale che potrebbero essere portati all’attenzione della Corte dei conti. Come primo atto di protesta, i lavoratori del carcere hanno deciso di astenersi dal servizio mensa. All’iniziativa hanno aderito sei sigle sindacali: l’Osapp, il Sappe e il Sinappe, sindacati autonomi di polizia penitenziaria, l’Unsa sag (sindacato autonomo del ministero della Giustizia), la Cgil funzione pubblica e la Cisl fns.

L’adesione è stata del 100%. Sono stati rifiutati 70 pasti a pranzo e altrettanti a cena. L’amministrazione del carcere non l’ha presa bene e ha minacciato di addebitare i costi del servizio ai dipendenti. Alla tensione si aggiunge tensione e la situazione al San Donato rischia di diventare esplosiva. «Per far bene il nostro lavoro dobbiamo essere sereni e tranquilli», spiega Felice Rignanese del Sappe. «Al contrario la situazione all’interno del carcere è tesa. Il sovraffollamento carcerario e le strutture fatiscenti sono il problema base. Ogni questione è portata agli estremi, compreso quella dei parcheggi». Il provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria ha ampliato i propri uffici. E per farlo ha annesso alla propria struttura l’area di sosta destinata al personale. Ora i lavoratori del carcere parcheggiano e questo crea un disagio e pone soprattutto un problema di sicurezza: fuori dal carcere le auto dei dipendenti sono alla mercé di chiunque.

È stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Alla questione si sono interessati tre consiglieri comunali di Pescara: Giuliano Diodati, Enzo Del Vecchio e Alberto Balducci. «Abbiamo fatto un sopralluogo», spiega Diodati, «e la situazione è insostenibile. Stiamo verificando se è possibile destinare al parcheggio l’area adiacente al carcere occupata da una struttura della Asl mai completata». Un intervento del Comune potrebbe mettere fine alla querelle sui parcheggi, ma altre questioni potrebbero finire alla Corte dei conti. Uno dei problemi denunciati dai sindacati è la decisione del provveditorato di distaccare parte del personale nella sezione femminile del carcere di Chieti. Questi trasferimenti avverrebbero d’autorità e, secondo i sindacalisti, senza una reale necessità. Intendono chiedere alla Corte dei conti di valutare se vi sia una immotivata spesa pubblica e sono pronti a portare il caso San Donato all’attenzione del ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta.