Provincia, 60mila euro ai datori di lavoro dei consiglieri

L'ente rimborsa uffici e aziende quando i politici-dipendenti si assentano dal servizio

PESCARA. I consiglieri provinciali che lavorano in aziende e uffici, pubblici e privati, rappresentano un costo per l'ente. Ogni volta che si assentano dal servizio per partecipare alle sedute di consiglio e commissioni, la Provincia deve rimborsare i datori di lavoro. Ogni anno escono dalle casse 60mila euro, cioè quasi un quinto di quanto percepiscono i consiglieri in 12 mesi con i gettoni di presenza.

Il bello è che questa spesa è per i datori di lavoro di soli sette consiglieri, su un totale di 24. Chissà quanto si spenderebbe se fossero tutti dipendenti. Così, se si sommano rimborsi ai datori di lavoro, compensi e costi della benzina, si arriva alla cifra di 420mila euro all'anno solo i consiglieri. Ci sono, poi, assessori e presidenti della giunta e del consiglio. Ecco i costi della politica alla Provincia di Pescara, mentre si continua a parlare di abolire questi enti. Finora, si sono esaminati gettoni di presenza e rimborsi benzina, ma c'è anche la spesa per i datori di lavoro da considerare.

COSA DICE LA LEGGE.
L'articolo 79 del Testo unico degli enti locali è chiaro al riguardo. Tutti i lavoratori dipendenti, pubblici o privati, eletti nei consigli, hanno diritto di assentarsi dal servizio per l'intera giornata, in cui sono convocati consigli o commissioni.

Queste assenze, aggiunge l'articolo 80, vengono retribuite al consigliere direttamente dal proprio datore di lavoro. La Provincia, su richiesta documentata del datore di lavoro, è tenuta a rimborsare quanto corrisposto al consigliere per retribuzioni e assicurazione, per le ore o le giornate di effettiva assenza. Il rimborso viene effettuato dall'ente entro un mese dalla richiesta. Ovviamente, più lo stipendio percepito dal dipendente-consigliere è alto e maggiore è il rimborso al datore.

SETTE RIMBORSI.
Sono solo quattro i datori di lavoro che quest'anno hanno percepito, finora, i rimborsi dalla Provincia. Sette l'anno scorso. Parliamo di quest'anno. Fino adesso, l'ente ha rimborsato 28.598 euro, ma la cifra è destinata a crescere, perché entro la fine dell'anno arriveranno sicuramente altre richieste. C'è qualche azienda che preferisce farsi pagare, addirittura, semestralmente.

La cifra più alta è stata versata per Attilio Di Mattia, consigliere Idv, analista finanziario di una società con sede a Vienna. Il suo datore ha ricevuto 12.422 euro, da gennaio fino a luglio scorsi. Poi, dal primo novembre, il consigliere si è messo in aspettativa. Quindi, per lui, non verranno più richiesti rimborsi.

Invece, non ha ancora presentato richieste l'azienda di Antonio Castricone e Giancarlo Gennari, tutti e due del Pd e colleghi di lavoro della stessa società. Andando avanti con i rimborsi, troviamo 6.429 euro versati dall'ente, per il periodo gennaio-giugno scorsi, all'impresa dove lavora Lino Ruggero, indipendente. Altri 6.012 euro, per il periodo gennaio-giugno, sono andati all'azienda di Camillo Savini, del Pdl. Mentre la società di Luciano Di Lorito, Idv, ha ottenuto 3.734 euro per gennaio-maggio.

L'anno scorso, i rimborsi sono costati il doppio: 66.529 euro. Ecco le cifre pagate ai datori di lavoro. Per Savini, 8.911 euro; per Castricone, 13.734; per Gennari, 21.383; per Di Lorito, 8.420; per Ruggero (solo dicembre), 1.487; per Di Mattia (tra marzo e dicembre), 10.793. Infine, per il datore di Gianni Teodoro, Fli (solo gennaio), 1.792.

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