Quei due grifoni sono vittime delle torri eoliche abruzzesi? /FOTO

Le carcasse trovate a pochi metri da un impianto eolico di Collarmele. I dubbi della Onlus “Stazione ornitologica abruzzese”

Due grifoni morti, a Collarmele, all’interno del territorio del Parco Sirente Velino morti in provincia di L'Aquila. Le carcasse, come dimostrano le inequivocabili immagini pubblicate dal Centro, sono state trovate lunedì a poche decine di metri da un impianto eolico. Nell’articolo si avanza l'ipotesi di avvelenamento nonostante venga contestualmente evidenziata l'assenza di elementi in tal senso (bocconi avvelenati; presenza di altri animali – come volpi e cani – morti ecc). Effettivamente nel passato molti grifoni nell'area marsicana sono morti a causa del veleno, considerato che i grifoni si alimentano su carcasse.

Ricordiamo, però, che anche gli impianti eolici sono una delle maggiori cause di mortalità per questa specie. Basta vedere un incredibile video girato a Creta e pubblicato su youtube per rendersene conto. Inoltre, in Spagna sono centinaia i grifoni morti ogni anno a causa degli impianti eolici tanto che esiste una solida bibliografia scientifica su questo argomento. Per questa ragione è stata ordinata la chiusura di alcuni impianti eolici particolarmente impattanti. Una ricerca pubblicata su una delle migliori riviste al mondo di ornitologia ha anche dimostrato che i grifoni, per le caratteristiche morfologiche della testa e la posizione laterale degli occhi, sono particolarmente vulnerabili rispetto ad altre specie non riuscendo a vedere in tempo gli aerogeneratori.

Per questi motivi, seppur con enorme ritardo e con molti impianti già autorizzati, la Regione Abruzzo ha iniziato da qualche tempo a vietare la realizzazione di nuovi aerogeneratori nelle aree frequentate dai grifoni nella Marsica. Ciò è avvenuto solo dopo l'avvio da parte del Corpo Forestale di un prezioso studio con trasmittenti che ha permesso di dimostrare che i grifoni sorvolano spesso sia le zone già occupate da impianti eolici sia territori in cui si vorrebbe realizzarne di nuovi. La Regione Abruzzo avrebbe dovuto realizzare questi studi prima di autorizzare qualsiasi impianto, come richiesto più volte dall'associazione scrivente, ma è rimasta purtroppo insensibile a tali osservazioni fino allo studio del Corpo Forestale. Purtroppo, però, il Comitato Via della Regione Abruzzo, in assenza di studi approfonditi realizzati con le stesse tecnologie utilizzate oggi sui grifoni dal Corpo Forestale, continua a concedere autorizzazioni in altre aree, come l'alto vastese e la zona del medio Sangro, dove vi è una delle più importanti popolazioni di Nibbio reale in Italia. Anche questa specie è vulnerabile rispetto alla mortalità da eolico e senza informazioni di dettaglio sui movimenti è praticamente impossibile stabilire e valutare l'impatto di un impianto eolico. Non capiamo, quindi, come si possa continuare ad autorizzare impianti in aree, come i monti Frentani, considerate a livello europeo come Important Bird Areas (Iba).

Pertanto la Stazione Ornitologica Abruzzese chiede che sia fatta subito chiarezza sulle cause che hanno portato alla morte i due grifoni al fine di prendere tutte le iniziative opportune per ridurre al minimo il rischio di mortalità per questa ed altre specie. Auspichiamo che l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo e gli altri enti coinvolti divulghino quanto prima il referto necroscopico, come previsto dalla normativa sulla trasparenza dei dati ambientali.

di Augusto De Sanctis

presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese onlus