Riello, ci sono speranze per la vendita 

Dopo l’annuncio di chiusura, ora si punta a trovare acquirenti. E da Roma via libera alla cassa integrazione straordinaria

PESCARA. Fino a oggi, la strada è apparsa tutta in salita. Ma adesso si apre uno spiraglio nella vertenza della Riello, l’azienda del gruppo Carrier che produce caldaie a Cepagatti. L’annuncio di chiusura, con 71 licenziamenti e 19 trasferimenti al nord, non è mai stato rivisto dall’azienda ma ieri, alla riunione convocata dal ministero dello Sviluppo economico, si sono intraviste delle soluzioni diverse, dall’accesso alla cassa integrazione straordinaria alla possibilità di trovare un nuovo acquirente che dia una seconda vita allo stabilimento di Villanova.
Al tavolo di ieri – il primo su questa vertenza – c’erano, oltre ai rappresentanti del ministero, quelli di Cgil, Cisl e Uil e l’assessore regionale Pietro Quaresimale che sta seguendo la vicenda dall’inizio e ha già visto sfumare il tentativo di far rimanere la Riello in Abruzzo, nonostante la proposta di incentivi. Proprio Quaresimale, ma anche il presidente della Regione Marco Marsilio, varie forze politiche hanno sollecitato la convocazione del tavolo, unica chance per cominciare ad ipotizzare delle soluzioni. Ieri, sentito il ministero del Lavoro, è emersa la possibilità di accedere alla cassa integrazione straordinaria in deroga per il personale della Riello e i rappresentanti del gruppo si sono detti favorevoli così come hanno mostrato interesse all’ipotesi di vendita del sito di Cepagatti e alla conseguente riconversione industriale, sintetizza Quaresimale. A proposito di reindustrializzazione sono già arrivati dei segnali positivi, essendo stata registrata, «mediante Confindustria, la manifestazione di interesse di un gruppo per l’acquisto e la riconversione del sito di Cepagatti, ma siamo in fase embroniale», dice l’assessore. Ora, quindi, «è necessario convogliare gli sforzi sulla ricerca di possibili acquirenti e sulla possibilità di applicare ai lavoratori dello stabilimento un periodo di cassa integrazione nelle more della definizione della cessione, evitando che si chiuda la procedura di licenziamento collettivo». Il tempo stringe, fa notare sempre l’assessore che annuncia il prossimo appuntamento, stavolta a livello regionale, per martedì prossimo mentre il tavolo ministeriale tornerà a riunirsi il 3 novembre.
«I prossimi appuntamenti saranno decisivi», precisa Quaresimale, «perché si dovranno scrivere le regole d’ingaggio per la cessione dello stabilimento e bloccare la procedura di licenziamento collettivo, evitandone la chiusura».
L’esito della riunione di ieri è subito stato comunicato dai componenti del tavolo romano ai rappresentanti locali dei lavoratori. Per la Fiom Cgil, Alessandra Tersigni commenta che «sia aprono nuovi scenari, si fanno dei passi in avanti rispetto all’atteggiamento di chiusura della Riello che aveva già deciso di lasciare tutti a piedi mentre ora ha annunciato la nomina di un advisor per la vendita. Nulla era scontato, di quanto emerso nella riunione» (ha partecipato Mirko Rota, della Fiom nazionale).
«Ma per quanto ci riguarda siamo disposti ad accogliere la cassa integrazione straordinaria in deroga solo se ci sarà un percorso di reindustrializzazione e comunque vanno definite anche altre possibilità, perché l’ammortizzazione sociale deve essere accompagnato dal pre - pensionamento, vanno capite le condizioni di eventuali trasferimenti e definiti gli incentivi all’esodo. Di questo parleremo nel tavolo regionale», prosegue Tersigni, ma intanto un primo passo in avanti sembra già compiuto visto che fino ad ora non si era mai parlato di ammortizzatori sociali, nei tavoli con la Riello, e la disponibilità mostrata riguardava «formazione e ricollocazione del personale, con incentivi all’esodo». Proprio la posizione assunta dall’azienda ha portato i lavoratori a protestare a più riprese per mantenere alta l’attenzione sulla vertenza, fino all’incontro con Maurizio Landini, la scorsa settimana. Hanno scioperato, dato vita a un presidio davanti ai locali aziendali, fatto sentire la propria voce sotto alla sede della Regione durante l’incontro con l’azienda e poi anche dinanzi ai cancelli di Confindustria. Hanno portato striscioni, bandiere e speranze anche a piazza Salotto, luogo simbolo della città, in attesa di una svolta.
«Si è aperto uno spiraglio per una nuova trattativa», dice Riccardo Nunziato della Uilm (al tavolo di ieri c’era Nicola Manzi, segretario regionale). «La vera trattativa si apre il 26, e per il momento non c’è nulla di scontato. Bisogna valutare le intenzioni dell’azienda, che non torna indietro sulla chiusura. E bisogna capire se ci sono le condizioni per procedere alla vendita, perché la premessa è l’accoglimento degli ammortizzatori sociali».
Dopo l’incontro di ieri il consigliere regionale Antonio Blasioli ha commentato che «c’è stato qualche passo in avanti».