Rigopiano, adesso il processo: avvocati divisi sulla prescrizione 

Il 5 marzo gli imputati potranno chiedere il rito abbreviato e definire così la loro posizione davanti al gup Della Vigna (parte civile): «I reati si cancellano presto». Galasso (difensore): «Non è vero, servono 25 anni»

PESCARA. Uno degli aspetti che più preoccupa soprattutto le famiglie delle 29 vittime del disastro di Rigopiano avvenuto il 18 gennaio del 2017, è sicuramente quello legato alle prescrizioni dei reati contestati ai 30 imputati del procedimento all'attenzione del gup Gianluca Sarandrea.
CASO VIAREGGIO In questo quarto anniversario più volte i familiari sono tornati sull'argomento anche sulla scorta di quanto accaduto a Viareggio dove la Cassazione ha prescritto gli omicidi colposi per le 32 vittime del disastro ferroviario. E su questo aspetto intervengono due avvocati: uno in rappresentanza delle parti civili e uno del collegio difensivo, che prendono posizioni diverse su questo tema centrale della prescrizione.
LA PARTE CIVILE «Sicuramente si tratta di un maxi processo impegnativo», spiega l'avvocatessa Wania Della Vigna che cura gli interessi di una delle parti civili, «per la complessità dell'intera vicenda. Un processo ove, noi avvocati di parte civile, avevamo chiamato, come responsabili civili, tutti gli enti coinvolti, che a loro volta si sono costituiti pure come parte civile. Ma poi questi sono stati estromessi per cavilli procedimentali; ma dopo l'esito del processo penale, sarà mia cura adire la magistratura civile anche nei confronti di tali enti per la loro posizione di garanzia e di risarcimento in sede civilistica».
RITO ABBREVIATO «Il 5 marzo gli imputati potranno chiedere il giudizio abbreviato, concludendo così la loro vicenda processuale con tempi più ridotti dinanzi al gup, con calendarizzazione degli interventi. Ma su questo processo, cosi come in tutti i processi per i reati colposi, aleggia purtroppo lo spettro della prescrizione che ricordo essere di soli 7 anni e mezzo dall'evento drammatico (salvo i periodi di sospensione dei termini per il lockdown Covid 19 o per altre astensioni) per i reati di omicidio colposo plurimo e di lesioni colpose plurime e di 12 anni per il reato di disastro colposo. I tempi previsti dal legislatore sono purtroppo relativamente brevi per processi così complessi, tuttavia per i processi post crollo dell'Aquila siamo riusciti ad avere delle sentenze in Cassazione nel pieno rispetto dei tempi prescrizionali. Inoltre, l'altro spettro che aleggia è il solito tentativo di addossare tutte le responsabilità delle morti alla natura matrigna ovvero alla eccezionalità o imprevedibilità della valanga e/o del terremoto; situazione che si ripete in tutti i processi con rischio antropico dove si vuole dimostrare da parte degli imputati che gli eventi della natura siano i soli responsabili, eliminando così la responsabilità dell'uomo».
L’IPOTESI TERREMOTO L'avvocatessa Della Vigna, accenna anche alla querelle in atto in questi giorni tra il consulente della procura e quello delle difese (i cui atti non fanno ancora parte del procedimento), circa l'incidenza del terremoto che si verificò la mattina del 18 gennaio, sulla valanga che distrusse poi l'hotel spezzando 29 vite.
«La Cassazione dice che i terremoti sono da considerarsi alla stregua di eventi rientranti nelle normali vicende del suolo e non possono essere considerati fenomeni o accadimenti eccezionali o imprevedibili quando si verificano in zone qualificate sismiche. La mia speranza è che i familiari delle vittime possano avere una risposta di giustizia, giammai di giustizialismo, in tempi brevi, non potendosi in un alcun caso accettare che gli imputati vengano salvati dalla prescrizione».
IL DIFENSORE Per tornare alla questione prescrizione il punto di vista dell'avvocato Massimo Galasso, che assiste uno degli imputati, è leggermente diverso. «La ragionevole durata del processo», precisa Galasso, «è garanzia costituzionale per gli imputati e l'esigenza di una soluzione giudiziaria rapida è interesse anche e soprattutto di chi si difende da un'accusa così grave e gravosa. Tuttavia, nessuno ha perso tempo, anzi, il processo ha le sue scansioni e, a un anno e mezzo dall'inizio, considerando il numero delle parti, la complessità delle questioni trattate e nonostante la pandemia, siamo alla conclusione dell'udienza preliminare. Se poi qualcuno intenderà accedere a riti alternativi, non è remota la possibilità di avere una sentenza entro il 2021. Mi pare che il risultato sia di tutto rilievo e dimostri l'impegno profuso anche dalle difese degli imputati. La prescrizione? Non interessa alla difesa. Non è una ipotesi seria, considerati i reati contestati e il tempo necessario perché maturi (25 anni per gli omicidi colposi). E' un non argomento».
©RIPRODUZIONE RISERVATA