Schiave del sesso sulla riviera: in manette cinque romeni

Reclutavano delle connazionali con la promessa di lavorare come badanti o cameriere in Italia. Poi le costringevano a prostituirsi a Pescara nord

PESCARA. Le chiamavano "bagagli", le avevano reclutate in Romania prospettando loro un lavoro come badante o cameriera in Italia, poi, attraverso pressioni psicologiche, minacce e spesso anche violenze fisiche, le avevano costrette a prostituirsi. Alla fine, dopo appostamenti e intercettazioni telefoniche, gli agenti della Squadra Mobile di Pescara li hanno scoperti e arrestati.

Accusati di aver favorito e sfruttato la prostituzione di nove giovani connazionali sono finiti in manette i romeni Nelu Ciuraru, 39 anni, Claudiu Lucian Andrei (33), Ioan e Alexandru Holban, padre e figlio (47 e 20), e Florian Costache (30).

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Pescara Annalisa Giusti, hanno appurato che i cinque, pur non appartenendo a un'unica organizzazione, erano in contatto fra loro e avevano avviato una sorta di pacifica concorrenza sul mercato per  decidere dove piazzare le ragazze, stando attenti a non sconfinare in territori controllati da altri. Le giovani esercitavano nella zona della riviera nord, in un appartamento di via Isonzo e  nei pressi della stazione ferroviaria di Pescara.

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