Telefonini in classe? I presidi col ministro: «Saremo più severi» 

I dirigenti pescaresi pronti a rafforzare i propri regolamenti «Bisogna rieducare i ragazzi, anche con l’aiuto di esperti» 

PESCARA. I regolamenti di gran parte degli istituti superiori contengono ormai da anni norme che vietano l’uso dei cellulari in aula, se non per finalità didattiche. Nessuna grossa novità dunque, all’indomani dalla diffusione nelle scuole di una circolare firmata dal ministro all'Istruzione e al Merito, Giuseppe Valditara, contenente le indicazioni sull’utilizzo dei dispositivi elettronici nelle scuole. Il tema dell’uso e dell’abuso degli smartphone nelle scuole di Pescara è sempre più sentito. In alcuni istituti sono stati persino accertati casi di ragazzi affetti da dipendenza da cellulare che ora stanno seguendo percorsi riabilitativi, e i dirigenti sono concordi con la necessità di aprire una riflessione educativa.
«Questo tema va affrontato sia con le norme contenute nei regolamenti, ma anche e soprattutto attraverso la dimensione educativa», analizza Carlo Di Michele, preside dell’Acerbo. «Spesso i ragazzi vivono in simbiosi con i cellulari e fanno fatica a rapportarsi con il vicino di banco. È un paradosso che i social e questi strumenti di comunicazione invece di favorire le relazioni, le indeboliscono e rendono difficili i legami autentici sia con i docenti che tra compagni». Che la questione vada affrontata sul piano educativo è d’accordo anche la preside dell'istituto alberghiero De Cecco, Alessandra Di Pietro. «Gli strumenti digitali di per sé non sono negativi, né da demonizzare. Telefoni e tablet possono essere molto utili se usati a fini didattici. Ciò che va evitato è l’utilizzo sbagliato. Questo nuovo intervento del ministro, che ho evidenziato attraverso una circolare interna emanata per il nostro istituto, ribadisce proprio l’importanza di educare i ragazzi a questi strumenti. Oggi ci sono tante nuove forme di dipendenza. A scuola abbiamo già promosso degli incontri e ne faremo altri, anche con psicologi, per approfondire i motivi dietro queste patologie e per trattare al meglio tali dipendenze». Secondo la dirigente del liceo classico, Antonella Sanvitale, le cose peggiorano a vista d’occhio e la «dad che ha tenuto i ragazzi nelle loro 4 mura ha fatto esplodere questo problema. Il tema è di ordine culturale, valoriale ed umano, va affrontato con percorsi di educazione civica, per insegnare il corretto utilizzo dello strumento multimediale e dei nuovi linguaggi».
«Andrebbe fatta una riflessione generale», afferma la dirigente del liceo MiBe Raffaella Cocco, «perché siamo tutti sempre davanti a questi schermi e non solo i ragazzi. Nella nostra scuola l’uso dei cellulari è vietato da tempo attraverso il regolamento d’istituto che contiene anche eventuali sanzioni, nel caso in cui l’uso diventa persistente. Spesso usiamo i telefoni per la didattica specie in alcune attività laboratoriali, sotto la supervisione dei docenti. Alla luce di questa nuova circolare, faremo qualche integrazione al regolamento, affrontando il tema nel collegio docenti».
«Cercheremo di ottemperare alle disposizioni della circolare del ministro, che ribadisce quanto già stabilito dalla circolare del 2007», anticipa la dirigente del liceo Marconi, Giovanna Ferrante. «Non dobbiamo dimenticare il piano nazionale della scuola digitale e l’utilizzo di questi strumenti per le attività didattiche. Credo sia importante agire sulle coscienze, discutendo con i ragazzi, con l’ausilio di esperti, per far comprendere quanto possa distrarre l’uso dei telefoni durante le lezioni. Bisogna educare, evitando di arrivare alle sanzioni, ma sensibilizzando».