Traffico di sostanze dopanti: in 7 a processo dopo cinque anni 

Per altri 5 indagati è atteso a luglio l’esito della perizia disposta dal giudice, sul tipo di farmaci usati Tra questi il campione di fitness di Ortona che voleva partecipare al programma tv “Temptation island”

PESCARA. Nel 2019 una maxi inchiesta del pm Rosangela Di Stefano, avviata già nel 2018 con le indagini portate avanti dai carabinieri del Nas di Pescara, aveva portato alla luce un vasto giro di sostanze dopanti tra le province di Pescara, Chieti e Teramo. Una inchiesta che fece finire nel mirino della magistratura 19 persone (alcune delle posizioni sono state definite strada facendo) che vennero iscritte nel fascicolo processuale.
Adesso, a distanza di circa cinque anni, il grosso di quella indagine è andata a conclusione con sette persone che sono state rinviate a giudizio e una che ha definito la sua posizione con una messa alla prova. Per altri cinque imputati bisognerà attendere ancora: il 6 luglio il perito nominato dal giudice per l’udienza preliminare, Nicola Colantonio, dovrà restituire una sua consulenza per verificare, per ogni singola persona, il tipo di sostanza utilizzata, se legale o meno.
I carabinieri avevano svolto un grosso lavoro sintetizzato in circa 1.300 pagine di informativa. Le accuse, a vario titolo, sono utilizzo o somministrazione di farmaci e di altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti, traffico di sostanze dopanti, ricettazione e falsità materiale in relazione ad alcune certificazioni mediche rilasciate per l’acquisto di determinati farmaci.
A giudizio, davanti al giudice monocratico Angelozzi, il 18 settembre prossimo dovranno presentarsi Manolo Marziani, Stefano Di Muzio, Guido Isolini, Monica Di Profio, Leonardo De Intinis, Paolo Abbondanza e Luigi Ricci.
La messa alla prova (peraltro già terminata) ha riguardato invece Leonardo Cerritelli.
In attesa della consulenza restano invece aperte le posizioni di Valerio Di Munno, Igor Gnagnarelli, Federico De Lellis, Guglielmo De Nobile e Nicola Riccitelli. E proprio Di Munno, uno dei 19 indagati dell’inchiesta “Mr. Muscoli”, campione di fitness di Ortona, fece scoprire agli investigatori questo giro di sostanza proibite che servivano per aumentare in breve tempo la massa muscolare. Di Munno era quello che sognava di partecipare al programma televisivo di Canale 5 “Temptation Island” e, in quel periodo di osservazione da parte dei militari, era a caccia di quelle sostanze che gli avrebbero permesso di presentarsi ai provini con un fisico ancora più strutturato. Lo scrivono gli stessi carabinieri del Nas nella loro informativa.
Le intercettazioni risalgono al maggio del 2017 e i Nas rendono edotta la procura che di lì a qualche giorno l'indagato «parteciperà all’ultima prova del casting per la partecipazione a “Temptation Island”.
Dal contenuto di alcune conversazioni intercorse con un familiare e con una ragazza», spiegano i carabinieri, «si evince che l’ultimo step delle selezioni consiste in una prova costume. Ciò a significare che a farla da padrone sarà l'aspetto fisico». Da qui l’intensificazione dei controlli, in quanto gli investigatori ritenevano che l’indagato avrebbe cercato di «reperire sul mercato sostanze illecite ad effetto anabolizzante, da poter assumere in vista della prova del 19 maggio».
Ma già erano in atto specifiche osservazioni e i Nas avevano accertato che l’indagato non aveva potuto assumere quelle sostanze la sera del 20 aprile, perché quello stesso giorno c’era stato un sequestro a carico di uno degli indagati, Igor Gnagnarelli: «Sostanze che», scrivono i Nas, «erano inequivocabilmente dirette a lui». Farmaci che, secondo la procura, venivano importati dall’estero e in particolare da Moldavia, Thailandia, Hong Kong, Germania, Olanda e Belgio e commercializzati senza la prescritta autorizzazione. Ora, per una parte degli imputati, ci sarà il processo che deciderà eventualmente le loro responsabilità, mentre per gli altri cinque imputati bisognerà attendere i risultati della consulenza sui farmaci richiesta dal gup.