Villaggio di Fratelli d’Italia Il Pd: «Il Comune non poteva autorizzare questo scempio» 

L’opposizione contesta l’atto e tira fuori il parere della Soprintendenza: «Gli allestimenti devono essere trasparenti per non impedire la vista mare»

PESCARA. Il Comune aveva le competenze per autorizzare l’installazione del villaggio di Fratelli d’Italia da 2.750 metri quadrati sull’area demaniale della spiaggia libera della Nave di Cascella? È questo l’interrogativo che rimbalza tra i consiglieri comunali e regionali del Partito democratico che ieri mattina si sono riuniti davanti a quello che definiscono «uno scempio», ma anche «un mammalucco» e «un’astronave» chiedendo una verifica della legittimità del provvedimento firmato in occasione dell’organizzazione della conferenza programmatica del partito di Giorgia Meloni, in programma dal 26 al 28 aprile, che vedrà anche la presenza a Pescara della premier.
Il vicepresidente del consiglio regionale, Antonio Blasioli, chiama in causa la legge regionale numero 42 del 2006 che conferisce ai Comuni costieri «le funzioni amministrative in materia di demanio marittimo per finalità turistico-ricreative delegate dallo Stato con il decreto legislativo 112 del 1998», in base alla quale è possibile autorizzare sui tratti di arenile «gli stabilimenti balneari, le attività sportive, gli ombreggi e le attività comunque accessibili che garantiscono l’uso pubblico del bene demaniale». Invece, nell’atto che dà il via libera all’installazione per 25 giorni (a fronte dei tre della convention di Fratelli d’Italia), dal 12 aprile scorso fino al 5 maggio prossimo, della struttura in pieno centro che ha chiuso l’accesso alla spiaggia di piazza Primo Maggio e impedisce la vista del mare, in nessun passaggio è specificata la finalità turistica o ricreativa del manufatto. «È evidente», è la constatazione lapidaria di Blasioli, «che così com’è scritto il provvedimento, il Comune ha autorizzato una cosa che non rientra nelle sue competenze in materia di demanio marittimo».
Oltre a Blasioli, ieri mattina erano presenti davanti alle tensostrutture con i loghi di FdI e lo slogan “L’Italia cambia l’Europa” anche i consiglieri comunali del Pd Piero Giampietro, Francesco Pagnanelli, Giovanni Di Iacovo, Mirko Frattarelli e Stefania Catalano. L’opposizione, oltre all’accusa di propaganda in vista delle elezioni europee e amministrative dell’8 e 9 giugno, rimarca anche come nel parere positivo espresso dalla Soprintendenza Archeologica, belle arti e paesaggio sia «giustamente richiesta la tutela della Nave di Cascella» a fronte delle 5 tensostrutture previste, compresa l’area vip per i ministri e i dirigenti nazionali del partito. «Leggiamo anche un passaggio», ha specificato Blasioli, «in cui si afferma che gli allestimenti previsti sono quasi interamente in cristal, quindi trasparenti proprio al fine di non impedire la visione del mare. E invece questo gazebo è stato ricoperto di manifesti elettorali con gli slogan e i simboli di FdI che tutte le famiglie abruzzesi sono costrette a vedere al posto del mare, dovendo anche rinunciare ad accedere alla spiaggia libera del centro perché qui intorno è completamente chiuso da nastri e transenne». «Il tutto», chiosa il consigliere regionale, «per una convention elettorale che durerà due giorni e mezzo, mentre questo enorme mammalucco dovrà restare davanti alla Nave di Cascella per ben 25 giorni, quindi 22 in più».
Di qui la conclusione di Blasioli e degli altri consiglieri dem: «La conferenza programmatica si intitola “L’Italia cambia l’Europa”, ma fino ad oggi Fratelli d’Italia ha cambiato in peggio la vita degli italiani e ora anche quella dei pescaresi, intrinsecamente legata al proprio mare».
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