LE INTERCETTAZIONI

«Vuoi Gucci e Prada? Qua si può fare tutto»

L'inchiesta sulla contraffazione tra Pescara e Napoli, ecco le telefonate tra i grossisti napoletani e i rivenditori senegalesi presenti in città: «Migliaia di etichette false a 12 centesimi l’una, ma mi devi pagare subito»

PESCARA. «Per adesso c’ho solo Liu Jo, però se mi fai l’ordine ti posso fare anche Prada, ti posso fare tutto quello che vuoi tu. Pronto c’ho solo Liu Jo ed è un affare come prezzo». Mario Russo, 62 anni, grossista napoletano dell’abbigliamento contraffatto, propone a un senegalese una partita di etichette falsificate da cucire poi sui vestiti. Tutto si può falsificare dice il napoletano nell’intercettazione carpita dalla finanza di Pescara nell’operazione Bazar. «Chanel, Guess, Louis Vuitton e Gucci, sono 16 mila pezzi», spiega Russo in merito ai cartellini che si possono addirittura “personalizzare” sulla base delle esigenze dei clienti, «io te li mando neutri, senza colorare i campioni perché le devo portare a colorare. E tu poi, se ti interessa, dici: li voglio oro o li voglio argento e mi dici quello che è, e io ti porto a fare i colori. Un giorno e sono pronti». È una produzione industriale quella al centro dell’inchiesta con 15 indagati per associazione a delinquere, ricettazione e contraffazione.

Etichette false. Abiti, scarpe e borse falsificate fino all’ultimo dettaglio. E cioè le etichette che potrebbero indurre in errore i clienti. Russo vende quelle etichette a 12 centesimi l’una: «Io ti ho fatto un regalo, 12 centesimi, ti rendi conto?». Ma l’acquirente senegalese vuole spendere meno: «No no, tu mi devi fare 10», e fa capire che potrebbe rifornirsi a «Milano» a prezzi più convenienti.

[[(Video) Pescara, sgominata la banda dei marchi taroccati]]

Settemila Converse. Secondo l’ordinanza di custodia, per l’organizzazione è un gioco da ragazzi trovare merce falsa: in un’altra intercettazione, due senegalesi di stanza a Pescara trattano l’acquisto di 7 mila etichette contraffatte di Converse. L’importante è fare presto: «Ma domani mattina è pronto? Se mi puoi far mandare qualcosa domani mattina, il resto me lo aggiungi entro due giorni, comunque lo devi mettere così tanti almeno... e dopo chiamo il mio amico autista», dice un senegalese riferendosi a un autista della Satam che risulta indagato con l’accusa di aver aiutato la banda a trasportare la merce da Napoli a Pescara. E il senegalese informa un complice della partenza del bus alle 9 in punto: «Alle 9 quello di solito se non ci sono problemi». E il complice risponde con un riferimento al pagamento: «Va bene però tu dopo non dimenticare di caricare, eh».«No tu ascolta fratello. Tu mi conosci bene... magari sono un po’ fuori di testa però sono preciso».

leggi anche: Pescara bazar della camorra Abiti falsi venduti in centro Dieci arresti nell’operazione della Finanza: sotto accusa lo smercio nell’area di risulta

Caccia alle Hogan. Tra i prodotti più richiesti ci sono le scarpe Hogan, vendute da 30 a 70 euro: un altro arrestato Paolo Cimmelli, 35 anni di Napoli, tratta con un senegalese la vendita di 66 paia di Hogan false: «Io mo ti mando qualcosa, però, domani mattina vedi di fare qualcosa di soldi... perché io voglio fare lavorare te, però, dobbiamo chiudere qualche conto che non ce la faccio sennò». E il senegalese si sceglie i modelli: «Da uomo quanti colori hai da uomo?». «Penso tre, quattro», la risposta di Cimmelli. «Ok, va bene, mandami tutti e quattro, da donna sì».

«Paga le scarpe». Anche un altro arrestato, Giuseppe Errichiello, 60 anni di Napoli, tratta le Hogan: «Fra’ è tutto a posto, sono due pacchi, 24 e 47 paia, però ci manca un paio». Poi, c’è la spedizione con un corriere da pagare: «La spedizione sono 60 euro». E dopo il ricevimento della merce, il napoletano ricorda al senegalese di pagare il conto: «Allora come dobbiamo fare?». E il senegalese risponde: «Eh, oggi ti mando qualcosa, oggi te lo mando qualcosa, verso mezzogiorno ti chiamo». E il napoletano lo riprende: «Paco, ma tu, tu a me non puoi darmi i soldi quando vendi la merce, non posso aspettare che tu vendi tutta la merce per avere i soldi». E il pagamento, dice l’ordinanza di custodia, avviene «per mezzo di ricariche Postepay, previa comunicazione via sms, da parte dell’Errichiello, delle relative coordinate». (p.l.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA