Corna e insulti: così l’editore impedisce le riprese 

Sconcertante episodio a Giulianova: Filippo Di Antonio, proprietario di Super J, blocca le emittenti concorrenti

GIULIANOVA . Il gesto delle corna e del dito medio davanti alla telecamera, insulti ripetuti e un atteggiamento di ostruzionismo nei confronti di chi stava solo svolgendo il proprio lavoro. Di episodi del genere, purtroppo, se ne vedono quasi ogni domenica negli stadi, dai professionisti fino ai dilettanti. Ma quanto accaduto domenica, al campo Castrum di Giulianova, nel corso della partita di Eccellenza tra Torrese e Casalbordino, è qualcosa che va oltre la caduta di stile e la mancanza di educazione. Il protagonista, infatti, non è il matto del villaggio o un alzatore abituale di gomito e nemmeno un tifoso esagitato. No, è l’editore di un’emittente televisiva teramana, Super J, prima ancora che vicepresidente della Torrese. Il signore in questione è Filippo Di Antonio, che ha pensato bene di piazzarsi, in piedi, proprio davanti alla telecamera della troupe di Laqtv, che segue il campionato di Eccellenza in sinergia con Rete8, ostacolando visibilmente il lavoro dell’operatore e facendo gestacci inequivocabili. L’editore Di Antonio ha partecipato, come Rete8, al bando emanato dalla Lega nazionale dilettanti per i diritti in esclusiva del campionato di Eccellenza. L’esito finale del bando non è stato digerito da Di Antonio che domenica si è preso la sua personalissima “rivincita”. Come? Calpestando in un colpo solo il diritto televisivo e il diritto di fare informazione; il rispetto per il lavoro (dentro e fuori dal campo); il rispetto dello spettatore, che preferirebbe avere l’immagine televisiva sgombra da corna e dito medio; il rispetto dello sport.
La nota di censura. L’Ussi Abruzzo (Unione stampa italiana sportiva, ndr) nel censurare quanto accaduto, sollecita «il comitato regionale e la stessa Lnd a garantire agibilità e sicurezza agli operatori dell’informazione impegnati sugli impianti. Raccomandazione ancora più stringente laddove si ritiene di esercitare la facoltà di commercializzare i diritti televisivi degli incontri».
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