Dopo Giampaolo c’è Maria: Ricci è una famiglia di serie A 

Dall’Altino (B1) a Trento: domenica l’esordio della 24enne alzatrice teatina sorella dell’ala della Virtus Bologna e della Nazionale di pallacanestro

CHIETI. Una famiglia di serie A, sportivamente parlando. Giampaolo da anni frequenta l’olimpo della pallacanestro italiana e ora sembra essersi stabilizzato a Bologna, sponda Virtus. Da domenica gli fa compagnia la sorella Maria Irene, alzatrice della Delta Despar Trentino, in A1 di pallavolo femminile. E così la famiglia Ricci di Chieti si gode prestigio e notorietà. Un tempo appartenevano al papà Francesco, ex sindaco di Chieti. Ora sono passati in dote ai figli. Giampaolo Ricci è nel giro della Nazionale. L’impresa, a ben vedere, l’ha fatta Maria Irene, 24 anni, che ha compiuto il doppio salto dalla serie B1 di Altino alla A1 di Trento. E domenica ha brindato all’esordio in A1 entrando nel corso della gara casalinga vinta contro Brescia nel secondo set e poi festeggiando il punto decisivo per il 3-0 finale con un ace in battuta. «Sono felice, ovviamente», racconta Maria Irene Ricci, «nella A1 ormai non credevo più. Cercavo in maniera ostinata il salto in A2, conservavo questa speranza, ma la A1, a 24 anni, mi sembrava davvero un sogno». E, invece, è diventata realtà. È bastata una telefonata. «Sì, un giorno mi ha chiamato Matteo Bertini, allenatore di Trento. Mi ha chiesto la disponibilità, sia nel caso la squadra avesse fatto la A2 che la A1. Io, ovviamente, l’ho data e poi nei mesi scorsi Trento è stato ripescato nella massima serie. E domenica il sogno è diventato realtà, una frase abusata, ma che calza a pennello alla mia situazione». Dalla B1 di Altino all’olimpo della pallavolo femminile. «Il coach ha detto di avermi visto in un video e da lì è scattata la scintilla a livello tecnico». È alta 179 centimetri. «Sono una palleggiatrice creativa. Che ama improvvisare. Che ama fare sempre qualcosa di diverso». La favola è appena agli inizi. «L’obiettivo è fare sempre meglio, ogni giorno uno stimolo nuovo per migliorarsi».
La storia. Maria Irene Ricci ha cominciato a giocare a pallavolo a 13 anni. «È stato il professor Tranquilli a scuola a incoraggiarmi verso la pallavolo. Mi vedeva portata, anche a livello di leadership. Ho seguito la sua indicazione e una volta entrata in palestra mi sono innamorata del pallone». A 13 anni ha iniziato con la Teate Volley, con Valerio Sforza allenatore. Abbiamo vinto il campionato di Seconda divisione ed è giunta la chiamata dell’Arabona. A 16 anni ho giocato in serie B2, alzatrice. Sono rimasta lì due anni e mezzo perché alla terza stagione sono passata alla Dannunziana Pescara, in B1. Due anni lì, poi uno a Civitanova Marche. E tre ad Altino in B1, una bella realtà». Fino alla chiamata di Trento. «Sono grata all’Altino, in particolare al tecnico Simone Di Rocco con cui ho lavorato anche a Pescara. È stato importante per la mia crescita, così come lo sono stati tutti gli altri. Ho ancora un buon rapporto con Valerio Sforza, ricordo con piacere le lezioni di Rocco Gasbarri a Manoppello e così via...».
Famiglia e futuro. Il modello di sportivo ce l’ha in casa. «Mio fratello Giampaolo è fonte di ispirazione sportiva, ma anche l’altro, Pierbruno, è un tipo che quando vuole una cosa la ottiene. Poi, papà e mamma. Diciamo che ho una gran bella famiglia». Il futuro è legato anche ai libri, perché ha un chiodo fisso: «Diventare osteopata, è il mio obiettivo. A marzo riprenderò gli studi, perché devo arrivare al traguardo». Creativa in campo ed estroversa fuori. È fidanzata con un ragazzo di Pescara. Si gode il magic moment e se si guarda alle spalle non può che essere orgogliosa. «Pensavo che l’emergenza sanitaria mi avesse definitivamente tarpato le ali», racconta, «e, invece, è arrivata la chiamata di coach Bertini che mi ha cambiato la prospettiva professionale e di vita...». Per il momento affianca la palleggiatrice titolare, Maria Luisa Cumina, nella speranza di rubarle i segreti del mestiere e diventare il punto di riferimento della squadra. A 24 anni non è più un sogno, ma un obiettivo alla portata.
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