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Fallo su Dybala: Zeman difende Muntari, ma il web non lo perdona

Il boemo: l’intervento su Dybala? È il suo modo di giocare, con le big certi falli...

PESCARA. Prima i complimenti ad Allegri, poi la stretta di mano con il rivale, cercata e voluta da lui, e infine le accuse del mondo Juve per il fallo di Muntari su Dybala. Quando Zeman e la Vecchia Signora si incontrano le polemiche non mancano mai. Stavolta, però, la disputa prende forma solo sul web dopo il fallo di Muntari su Dybala. Il mediano biancazzurro, protagonista con il gol/non gol durante un Milan-Juve del 2012 in una delle più grandi polemiche arbitrali degli ultimi anni, è infatti finito nel mirino dei tifosi juventini.

Il suo intervento (non sanzionato con il secondo giallo) sulla caviglia di Dybala, che ha costretto al cambio la “Joya”, ha fatto infuriare i sostenitori della bianconeri, che hanno urlato la loro rabbia contro il ghanese, reo, secondo alcuni tifosi, di aver commesso un fallo troppo duro. Zeman nel dopo partita è diplomatico e non si sottrae alla domanda.

«Muntari gioca in questo modo aggressivo da tanti anni, non è una novità», stigmatizza “Sdengo”. «Magari, quando giocava nel Milan e nell'Inter questi falli non venivano sanzionati con un cartellino giallo, ma ora gioca con il Pescara ed è normale ricevere un’ammonizione per un fallo simile. E infatti l'ha presa». In realtà Muntari non è stato sanzionato, forse Zeman si riferiva all’intervento commesso da Muntari nelle prime battute di gara.

Polemiche a parte, il tecnico ha ascoltato le parole di Allegri con attenzione prima di sedersi in conferenza stampa. Un paio d’ore prima i due si erano salutati sul campo, con il boemo che con la sua solita camminata lenta è andato a cercare il suo collega che si era accomodato in panchina travolto dai flash di una ventina di fotografi. Zeman li ha scansati ed è andato a salutare il “conte Max”. «Recriminazioni? No, penso che abbiamo fatto quello che potevamo fare», analizza l’allenatore di Praga. «Magari dispiace per il secondo gol. Come prestazione, all'inizio la squadra si muoveva anche bene, poi dopo il secondo gol c'era più confusione».Troppo forte la Vecchia Signora per il suo “sgangherato” Delfino. «Abbiamo giocato con una squadra che ha vinto tanto, non solo in Italia, quindi sono contento che abbiamo fatto meglio del Barcellona come risultato», ride, il boemo, lui che da ragazzino era tifoso dei bianconeri. Brugman centravanti si è rivelato un flop, calcolando gli attaccanti Cerri e Bahebeck in panchina. «Brugman l'avevo provato in settimana», spiega con un il suo solito filo di voce. «Lui mi serviva più per costruire qualcosa ed io ho attaccanti che non ci riescono. Cerri è abbastanza fermo e non gioca con la squadra e anche Bahebeck è più un giocatore individuale». Bocciati, dunque, i due attaccanti di ruolo. «Brugman, invece, può giocare con la squadra, ha i tempi e con la Juve si è sacrificato tanto in fase difensiva». Le scelte sono state particolari, forse anche in previsione del prossimo anno. «Vorrei vedere tutti», dice, «in questo momento ho dato una possibilità quasi a tutti e solo alla fine farò valutazioni. Pretendo che la squadra non si arrenda, voglio dei giocatori che meritino la conferma per l'anno prossimo».

La salvezza è un miraggio, calcolando anche gli altri risultati, un po’ sorprendenti. «La vittoria dell'Empoli a Firenze è inaspettata. I risultati a sorpresa nel calcio capitano, spero accada a noi... la settimana prossima». E la prossima gara ci sarà contro la Roma, la “sua” Roma. E a chi insiste a chiedergli della Juve in Champions contro il Barça e sulla possibile “remuntada” blaugrana, risponde: «È molto difficile. Il Psg poteva prendere quei gol, anche se ne ha incassati tre a tempo scaduto, però la Juve con la difesa titolare penso che non lo consentirà. Certamente al Campo Nou ci sarà da soffrire».

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