MONZA, LA REGINA È ANCORA SENZA CORONA

In tribuna, alla fine della partita con il Chievo, Adriano Galliani aveva una di quelle facce che neanche nei giorni del declino del grande impero del Milan: deluso e perplesso.Il Monza non va, il...

In tribuna, alla fine della partita con il Chievo, Adriano Galliani aveva una di quelle facce che neanche nei giorni del declino del grande impero del Milan: deluso e perplesso.
Il Monza non va, il Monza con appena tre punti in classifica è la prima grande notizia di questo avvio di campionato.
Galliani, però, è un dirigente illuminato e con un’esperienza tale che, appena messi i piedi dentro il suo terzo campionato di serie B (la sua formidabile carriera l’aveva cominciata nel 1984 con la carica di vice-presidente del club brianzolo) aveva ammonito tutti: «La B è dura, difficile e quest’anno mi sembra lo sia ancora di più».
Lo aveva detto mentre s’alzava fortissimo il coro di quelli che stavano indicando il Monza come la grande favorita per la vittoria del campionato, anzi, quasi dovesse fare corsa a sé su una sorta di pista preferenziale, raccogliendo gli indizi dopo un mercato monstre, con i quasi venti milioni spesi per portare in Brianza tredici giocatori nuovi, forti e assortiti: i migliori giovani (Frattesi, Bettella), gli “esperti” (Barillà, Donati), la stella (Boateng) e i capo-cannonieri dell’ultimo campionato polacco e croato (Gytkjaer e Maric).
Monza davanti, in tutte le griglie disegnate a settembre; Monza quindicesimo, oggi. Vero: una partita in meno, la botta del contagio Covid che ha tolto a Brocchi mezza squadra che già, di suo, proprio perché tanto nuova, avrebbe bisogno di parecchio lavoro per potersi assemblare meglio e prima possibile.
Si può aggiungere che, contro la Spal (0-0), è stato sbagliato un rigore, contro l’Empoli (0-0) Brignoli è stato tra i migliori della squadra toscana e sabato, contro il Chievo (1-2), la partita ha cambiato corso dopo l’espulsione di Barillà.
Attenuanti e riflessioni vanno di pari passo in queste settimane un po’ sbilenche, perché comunque il bilancio è magro. Un po’ troppo. E Adriano Galliani la sa lunga ma ha una voglia matta di ricominciare a sorridere e scatenarsi in tribuna. Come nei giorni più belli del Milan che vinceva sempre.
*giornalista Sky Sport
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